Bruxelles – Un momento per fermarsi a riflettere sui punti di forza dell’Unione Europea, ma soprattutto sulle sue debolezze. È questo il senso che il presidente francese Emmauel Macron immagina per la Conferenza sul Futuro dell’Europa, inaugurata ufficialmente oggi (9 maggio) con la cerimonia di apertura tenutasi in modalità ibrida a Strasburgo.
Il capo dell’Eliseo apre il grande dibattito annuale pensato per i cittadini europei in qualità di presidente del Paese che ospita la cerimonia. Era stato lui nel 2019 a lanciare l’idea, sarà lui a dichiarare la fine dei lavori a maggio 2022, quando la Francia sarà alla guida della presidenza di turno del Consiglio UE. “La nostra Unione Europa ha bisogno di un nuovo respiro democratico, abbiamo ancora il diritto ad avere grandi ambizioni, questo è l’anno della riflessione comune”, ha esortato Macron durante il suo discorso, ricordando come la scommessa si presenti nel corso dell’ennesima crisi che mette alla prova la storia europea.
Ma per il presidente francese rispetto al passato la risposta europea non si è fatta aspettare. “A chi dice che l’Europa non c’è e che non è pronta io rispondo che in questa crisi ha vinto il modello europeo, la nostra identità profonda”, ha aggiunto. Per Macron durante la pandemia “in Europa si è data importanza alla vita umana come in nessun altra parte del mondo” e questo grazie a uno spirito di solidarietà, che ha salvato la democrazia europea. “Molti ci dicono che regimi autoritari hanno agito più rapidamente, ma lo dicono ignorando le loro vere conseguenze, come le privazioni libertà, i sequestri di persona, le incarcerazioni dei giornalisti. Ma chi difende quella strada dimentica la storia” dice Macron. “Noi invece siamo stati capaci di tenere vivo il dibattito, abbiamo lasciato spazio alla critica, alla contestazione, agli scontri. Questo è il nostro modello, che ci definisce e che non deve essere mai reso fragile”.
L’antidoto per resistere alle sfide del tempo è quello della sovranità europea. “Abbiamo ancora il diritto di avere grandi ambizioni”, ha detto Macron sulla necessità per l’Unione Europea di accelerare nel campo dei settori strategici, come in quelli delle batterie, dell’idrogeno e dei semiconduttori dettata dal fatto che “ogni volta che c’è dipendenza dall’esterno ci sono divisioni tra noi“.
Una prospettiva espressa all’unisono con il primo ministro portoghese António Costa, intervenuto quale presidente di turno del Consiglio UE. “La Conferenza sul Futuro dell’Europa è l’opportunità di assumere in totale franchezza il fatto che non possiamo più pensare nel modo in cui pensavamo in passato: nuovi tempi hanno bisogno di nuove volontà che si moltiplicano con la diversità”, ha affermato il premier lusitano grazie all’ispirazione ricevuta da una poesia del poeta portoghese Luís de Camões.
“Noi politici non dobbiamo pensare alle prossime riunioni, ai prossimi incarichi o al prossimo trattato, ma alle prossime generazioni. L’Europa non ha futuro se le prossime generazioni non avranno futuro in Europa e la grande minaccia demografica per noi non è l’immigrazione, come dicono alcuni, ma l’incapacità di garantire ai giovani la possibilità di essere liberi nell’autodeterminazione delle loro vite”, ha continuato Costa, che ha annunciato l’impegno di farsi al più presto portavoce della protezione degli oceani nel resto dei mesi che mancano alla fine del semestre della presidenza portoghese. “Altri hanno dato priorità alla Luna o a Marte, secondo noi l’Europa deve abbracciare la causa degli oceani e battersi per la protezione della loro biodiversità e delle loro risorse”.
È sui giovani e sul dialogo intergenerazionale che ha posto particolare enfasi nel suo discorso la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “Questa Conferenza deve essere l’occasione per istituire un dialogo strutturato e vero tra le generazioni. La posta in gioco è la stessa del 1950 (quando il ministro degli Esteri francese Robert Schuman lanciò il progetto di un’Europa federale, ndr) perché il cambiamento che stiamo vivendo ha la stessa forza distruttiva della Seconda Guerra Mondiale”, ha affermato il capo dell’esecutivo europeo condividendo le domande e i pensieri affiorati pochi giorni fa alla nascita della sua prima nipote. “Con la sua prima carezza la mia nipotina mi ha trasmesso un messaggio che dobbiamo tenere a mente: siamo sempre abbastanza giovani per credere al mondo e sempre abbastanza grandi per fare la differenza”, ha detto von der Leyen.
Ma per le sfide future serviranno nuove competenze per l’Unione Europea. E di questo ne è convinto il presidente del Parlamento europeo David Sassoli: “Non commettiamo errori: senza una coesione sociale rafforzata, l’identità delle nostre società e l’essenza delle nostre democrazie sarebbero minacciate”. Sassoli ammonisce che “per il Parlamento da questa Conferenza devono uscire risposte concrete e soprattutto seguite da azioni. Questa sarà la bussola per il nostro lavoro nel decennio a venire”. Il capo dell’Eurocamera sogna dei veri e propri cambiamenti istituzionali per l’UE: un potere di iniziativa legislativa per il Parlamento come quello attribuito ai parlamenti nazionali europei, elezioni europee più trasparenti con la possibilità per gli elettori di indicare la preferenza per la presidenza della Commissione europea, una soluzione per la regola che obbliga il Consiglio UE a prendere le decisioni all’unanimità. “Non dobbiamo avere tabu – ammonisce Sassoli -. I nostri sistemi democratici devono costantemente adattarsi ed evolversi per soddisfare le nuove realtà che affrontiamo. La democrazia si costruisce ogni giorno“.
Nel giorno dell’inizio del dibattito sul futuro dell’Europa Sassoli non si è tirato indietro rispetto a una possibilità da lui stesso più volte avanzata: “Se tutte queste riflessioni e quelle dei nostri cittadini implicano un aggiornamento dei Trattati, siamo coraggiosi, non dobbiamo averne paura”.