Bruxelles – Adesso o mai più. L’Italia ha “un’occasione storica” per riformare il sistema fiscale. Una richiesta che da Bruxelles giunge inascoltata da anni, nelle raccomandazioni specifiche per Paese che ogni anno l’esecutivo rivolge ai governi. Adesso, con il meccanismo per la ripresa e il Recovery fund, e il meccanismo che lega l’esborso dei fondi anche al compimento delle riforme, non si può più rinviare. Paolo Gentiloni lo dice in modo inequivocabile alle commissioni Finanze di Camera e Senato riunite per l’audizione del commissario per l’Economia.
“In relazione al sistema fiscale gli obiettivi generali dal nostro punto di vista devono essere quelli di una crescita più sostenibile, dell’equità e della neutralità”, ricorda l’ex capo di governo, che tra i pro-memoria ripropone il taglio del cuneo fiscale per le imprese, che Bruxelles invoca almeno dal 2014, con l’invito di “trasferire ulteriormente il carico fiscale dai fattori produttivi ai consumi, ai beni immobili e all’ambiente”. Non solo. Riforma del sistema fiscale implica mettere mano al catasto, anche questo un intervento vecchio almeno di oltre un lustro, nelle richieste inascoltate dell’UE per “decreti che riformano il sistema catastale onde garantire l’efficacia della riforma sulla tassazione dei beni immobili”.
Gentiloni è tornato su questioni che in Italia tutti sanno e su cui fin qui si è fatto orecchio da mercante. Insiste sulla “riduzione della tassazione sul lavoro” perché, ripete, “una tassazione sul lavoro troppo alta deprime gli investimenti e può incoraggiare il lavoro nero“. Non a caso il commissario italiano cita “l’intensificazione della lotta contro l’evasione fiscale” tra le priorità storiche indicata dell’Ue per la riforma del fisco su cui il sistema Paese lascia ancora a desiderare. “Nonostante i progressi compiuti in questi anni l’evasione continua a gravare sui contribuenti onesti“.
Gentiloni riconosce che fin qui “c’e’ soddisfazione per il gran lavoro fatto insieme al Governo italiano e agli uffici dei vari ministeri”, e sulla scia di questo percorso positivo esorta a fare quanto si renderà necessario per rimettere l’Italia, e con esse l’eurozona, sulla traiettoria di una crescita robusta, credibile e sostenibile. La riforma del fisco è un elemento imprescindibile per tutto questo.