Bruxelles – Almeno tre nuove terapie per il trattamento della COVID-19 entro ottobre, altre due entro fine 2021. Non solo vaccini: la strategia dell’UE contro il Coronavirus si rafforza oggi (6 maggio) con una nuova comunicazione sulle terapie contro la malattia, anche per il trattamento della sindrome post-COVID, specifica la Commissione europea in una nota. In concreto significa finanziamenti alla ricerca e alla fabbricazione, all’acquisto e alla diffusione delle terapie su territorio europeo, fissando l’obiettivo (ambizioso) di svilupparne e autorizzarne almeno cinque entro la fine dell’anno. Se i vaccini sono stati sviluppati con molta rapidità rispetto alla media con cui si sviluppano i vaccini (una decina d’anni), lo sviluppo di farmaci specifici per il trattamento della COVID-19 procede ancora a rilento. Per ora solo l’antivirale Remdesivir è autorizzato per il trattamento dei pazienti COVID, dall’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) limitato solo in alcuni casi specifici.
Dopo aver messo al sicuro almeno 4 vaccini contro il virus (BioNTech-Pfizer, Moderna, Johnson&Johnson, AstraZeneca), ora è tempo di concentrarsi anche sulle terapie. Nel dettaglio, la Commissione propone di mobilitare circa 142 milioni di euro tra ricerca, sviluppo e distribuzione: 90 milioni di euro sono già stati mobilitati a febbraio sotto l’ombrello di Horizon Europe – il programma europeo per la ricerca – per sperimentazioni cliniche per stabilire collegamenti tra fattori di rischio ed esiti sanitari, anche per quanto riguarda i pazienti affetti da ‘long COVID’ ovvero la sindrome da post-malattia; 5 milioni di euro nell’ambito del programma della Salute EU4Health per produrre dati sulla sicurezza delle sperimentazioni cliniche; 2 milioni di sostegno finanziario ai Paesi dell’UE, nell’ambito del programma di lavoro 2021 di EU4Health, per valutazioni rapide e coordinate per agevolare l’approvazione delle sperimentazioni cliniche; altri 5 milioni di euro nella mappatura delle terapie e degli strumenti diagnostici per analizzare le fasi di sviluppo, le capacità di produzione e le catene di approvvigionamento, compresi gli eventuali ostacoli.
La strategia si sofferma anche sulle catene di approvvigionamento e sulla consegna dei medicinali con 40 milioni di euro per sostenere la fabbricazione e l’accesso alle terapie contro la COVID-19 nell’ambito del progetto “EU Fab”, che si inscriverà nella futura Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA).
L’idea è di selezionare un ventaglio di 10 possibili terapie contro la COVID-19, per selezionare le 5 “più promettenti” entro giugno 2021. Quindi tra poco più di un mese. Per riuscire ad autorizzare almeno 3 nuove terapie entro ottobre ed eventualmente altre 2 entro la fine dell’anno è necessario un quadro di flessibilità normativa da parte dell’UE in modo da accelerare il processo di approvazione.
“I vaccini salvano vite, ma non sono ancora in grado di eradicare la malattia COVID-19”, ha sottolineato la commissaria per la Salute e la Sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, presentando la strategia in conferenza stampa.”Abbiamo bisogno di insistere sulle cure per ridurre la necessità di ricoveri ospedalieri, accelerare i tempi di guarigione e ridurre la mortalità”. L’obiettivo: “entro ottobre svilupperemo e autorizzeremo 3 nuove terapie efficaci contro la COVID-19 che possano cambiare il corso della malattia. Ci riusciremo investendo nella ricerca e nell’innovazione, nell’individuazione di nuovi medicinali promettenti, nell’aumento della capacità produttiva e nel sostegno a un accesso equo. La nostra strategia sulle terapie è la dimostrazione di un’Unione europea della salute forte e attiva”, conclude la commissaria.