Bruxelles – Non sottovalutare il vertice sociale di Porto del 7 e 8 maggio, ma renderlo un momento cruciale per la storia dell’Unione Europea. Il Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE), lancia questo appello agli Stati membri, che nella città portoghese saranno chiamati a impegnarsi per una ripresa economica sostenibile, che guardi alle persone garantendo diritti sociali e libertà economica.
Nella sua ultima plenaria il CESE si affida ai 27 governi affinché facciano nascere una dichiarazione comune che dia piena attuazione al Piano di Azione per il Pilastro europeo dei diritti sociali presentato dalla Commissione europea lo scorso marzo. Sono loro infatti che mantengono le principali competenze in materia. La raccomandazione si è concretizzata con una risoluzione approvata con 219 voti contro 1 voto contrario e sei astensioni dopo uno scambio di opinioni con il commissario europeo per il Lavoro e i Diritti sociali Nicolas Schmit. Da parte sua il Comitato conta di sfruttare la sua mediazione con la società civile per contribuire “alla ripresa e alla preparazione di una società e di un’economia più verdi e digitali”.
A Porto la priorità sarà quella “di ravvivare il dialogo sociale e rafforzare le parti sociali”, come ha affermato Schmit durante il suo intervento nella plenaria del CESE. La strada sarà tracciata dal Piano di Azione della Commissione. “Abbiamo bisogno di parti interessate che possano portare avanti questo piano e che portino alla stipulazione di ‘un nuovo contratto sociale’ con i cittadini europei”, ha sottolineato il politico lussemburghese. Con le trasformazioni nel mondo del lavoro innescate dalla rivoluzione digitale e dalla transizione verde approfondire la dimensione sociale è diventato un’esigenza. E poi c’è la pandemia di COVID-19, che secondo Schmit “ha fermato i nostri progressi fatti negli anni nell’occupazione e ci ha portato nuovamente faccia a faccia con la povertà”.
La posta in palio per il vertice di Porto è il miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita soprattutto per donne, bambini, giovani e disabili, per rendere il mercato europeo più competitivo e innovativo ma dotato di una giusta protezione sociale. Sarà dunque la salvaguardia del “modello sociale europeo” a essere l’osservato speciale della conferenza, un modello che secondo Schmit “non è un fardello” per l’economia europea.