Roma – Ormai ci siamo tutti abituati ad i match a porte chiuse e bisogna ammetterlo: pur di non fermare i campionati abbiamo tutti accettato ben volentieri questo compromesso quando nel 2020 la situazione era critica per via della pandemia. A distanza di oltre un anno però le cose non sono cambiate: le partite si continuano a disputare in stadi e palazzetti vuoti, il che sta mortificando il mondo dello sport. Ci porteremo dietro tutto questo per diverso tempo, perché le ferite che l’intero settore continuerà a lamentare saranno diverse. Quello che sta accadendo infatti potrebbe ripercuotersi sul futuro dello sport, perché non si tratta semplicemente di giocare a porte chiuse. Stanno cambiando intere dinamiche e sarà difficile che tutto torni come un tempo.
Dagli stadi ai palazzetti, ormai lo sport non contempla più un pubblico
Ormai qualsiasi sport non contempla più la presenza di un pubblico e questo è un dato di fatto per molti difficile da accettare, dopo oltre un anno dall’inizio della pandemia. Se infatti in un primo momento, chi più chi meno, tutti si erano dichiarati d’accordo nella chiusura degli stadi e dei palazzetti, adesso sono sempre di più coloro che sembrano aver voglia di tornare alla normalità.
L’essersi abituati all’assenza di pubblico non significa che questa cosa vada bene, anzi. Il pericolo per molti è proprio quello di rivalutare la stessa idea di sport, da sempre legata alla tifoseria, all’incitamento, alla presenza di persone pronte a scaldare gli animi degli atleti. Adesso tutto questo è solo un lontano ricordo: le partite si giocano nel silenzio e tutto appare più triste, privo di quella spinta vitale che ha sempre nutrito il mondo dello sport.
Com’è cambiato il mondo dello sport con il Covid
La chiusura degli stadi e dei palazzetti al pubblico d’altronde è solo una delle conseguenze della pandemia, che ha investito il mondo del calcio, della pallavolo, del basket e di qualsiasi altra disciplina sportiva nel profondo. A risultare più penalizzati sono stati quegli sport che già da prima soffrivano e non potevano contare su grandi sponsor. Anche lo stesso mondo del calcio però non se la passa benissimo, perché gli equilibri sono cambiati dappertutto e le difficoltà sono parecchie.
A partire appunto dall’assenza della tifoseria negli stadi, che per i giocatori non è certo il massimo. Eppure gli italiani sembra si stiano abituando: fanno le proprie giocate online, seguono i match in televisione e stanno dimenticando il brivido e l’adrenalina scatenati dalla partita live.
Non solo: il Covid ha compromesso gli equilibri interni delle squadre, in tutte le discipline sportive. Adesso, basta che un giocatore sia positivo per alterare il risultato finale di un match e fino all’ultimo la situazione rimane imprevedibile. Questo è un dettaglio che sta pesando moltissimo proprio perché non vi è alcuna possibilità di anticipare le mosse del virus ed i giocatori vengono sottoposti a tamponi in continuazione.
Tra rispetto dei protocolli, imprevisti all’ordine del giorno, assenza di tifoseria durante le partite, l’intero mondo dello sport è cambiato e adesso possiamo solo augurarci che possa tornare presto quello di un tempo.