La politica monetaria della Banca centrale europea è “orientata alla zona euro nel suo complesso”, e non è possibile fare interventi “a favore di un sottoinsiemi di paesi”. Con queste parole il presidente della Bce, Mario Draghi, in un discorso in occasione dei 200 anni della Banca centrale olandese ad Amsterdam, ha indirettamente risposto ai governi di Italia e Francia che insieme stanno facendo pressione sulla Bce affinché torni ad acquistare titoli di Stato allo scopo di far scendere i tassi d’interesse e salire l’inflazione, in modo da evitare loro di dover tagliare troppo la spesa pubblica. Secondo Francoforte rilanciare la crescita attraverso l’indebitamento non è una strategia sostenibile, e anzi rischia di far ripiombare la eurozona nella crisi del debito. “La nostra missione è quella di salvaguardare la stabilità dei prezzi nella zona euro nel suo complesso”, ha spiegato il governatore.
Dove la Bce potrebbe intervenire secondo Draghi, come ha già fatto in passato, è nel sostegno agli istituti finanziari con la speranza che favorisca la concessione di credito alle imprese. “La nostra valutazione è che le condizioni di prestito delle banche stanno migliorando e continueranno a migliorare”, ma “se questo scenario non si materializzasse potremmo essere costretti a rispondere”. E questo intervento “potrebbe assumere diverse forme”, tra cui “un’operazione di rifinanziamento a più lungo termine mirata ad incoraggiare i prestiti bancari”, o “un programma di acquisto di ABS (Asset backed securities, strumenti finanziari simili alle normali obbligazioni, ndr) , sostenuto dalle necessarie modifiche normative volte a rivitalizzare la cartolarizzazione di alta qualità in Europa”, ha spiegato Draghi.
Il governatore nel suo discorso è tornato anche a ribadire che la Eurotower è pronta ad “utilizzare strumenti sia non convenzionali che convenzionali per affrontare con efficacia i rischi di un periodo troppo prolungato di bassa inflazione”.