Belluno – C’è molta Europa nel Cortina Digital Forum in programma domani e dopodomani alla sua prima edizione con l’obiettivo di riunire esperti, imprese innovative ed attori delle istituzioni locali, nazionali e internazionali. Ideato e animato da tre italiani con base a Bruxelles, l’evento sconta le restrizioni dell’emergenza sanitaria e la due giorni si svolgerà interamente online (qui per seguirlo in diretta). Ma l’ambizione di Sandra Alverà, ideatrice del progetto insieme con Alessandro Da Rold e Riccardo Masucci, originaria di Cortina d’Ampezzo e responsabile degli affari governativi e della sostenibilità per Panasonic è di mettere una delle più note località turistiche italiane al centro di un dibattito internazionale sul digitale.
“La digitalizzazione crea competitività, nuovi posti di lavoro, ricchezza, innovazione e benessere socioeconomico”, spiega Alverà a Eunews.it, “ma ci pone davanti anche a delle nuove sfide. Tali sfide vanno discusse e affrontate a livello globale. Opportunità e sfide richiedono un coordinamento che va oltre i confini territoriali Italiani, e oltre l’Europa. È fondamentale cercare sinergie e scelte condivise perché il digitale non conosce confini. La nostra iniziativa intende posizionarsi come un forum leader nel disegnare gli scenari del futuro”.
C’è molta Europa nel CDF perché gli esperti chiamati ad animarlo provengono da gran parte del continente. Il digitale nelle aree remote della terra, il futuro del turismo, il Recovery Fund, il G20/B20 del 2021, i dati e l’intelligenza artificiale. Sono solo alcuni dei principali temi che il Cortina Digital Forum 2021 si propone di affrontare. Il programma prevede due giorni fitti di incontri e discussioni pubbliche a cui partecipano, tra gli altri, Kasper Klynge vice presidente di Microsoft, i ministri italiani Maria Cristina Messa,(Università e ricerca), Massimo Garavaglia (Turismo) e Federico D’Incà (Rapporti con il parlamento), Annalisa Barbagallo, responsabile delle relazioni istituzionali in Europa di Alibaba, Dipak Kalra, presidente dell’istituto europe di innovazione, Marina Lalli, presidente di Federturismo di Confindustria e molti altri. I dibattiti sono studiati per unire il punto di vista pubblico e quello privato, partendo dalle grandi sfide all’attenzione dell’Europa e dei governi nazionali ma entrano anche nel dettaglio per approfondire le problematiche e le opportunità delle realtà locali e delle eccellenze in ambito digitale alla scoperta di best practice che possano fare scuola a livello europeo.
Un accento particolare sarà posto sulle nuove sfide poste dalla tecnologia riguardo alla sicurezza dei dati, alla condivisione e all’utilizzo consapevole da parte di attori pubblici, privati per arrivare ai singoli cittadini. «Per accelerare l’innovazione è necessario investire sia nell’infrastruttura digitale che nelle persone», ricorda Riccardo Masucci. «Grazie a 5G, cloud e intelligenza artificiale è possibile utilizzare i dati in modo innovativo e contribuire allo sviluppo di ogni settore della nostra società. Allo stesso modo, la promozione delle competenze digitali permetterà a tutti di comprendere e beneficiare delle nuove tecnologie. In questa prospettiva, il Cortina Digital Forum favorisce il dialogo tra esperti internazionali e avvicina il grande pubblico ai temi cruciali della digitalizzazione».
La scelta della località non è casuale e le origini di Alverà sono solo un pretesto. Anche questo un segno dell’europeizzazione, per lo meno delle nostre classi dirigenti. Per quanto inserita nel contesto delle Dolomiti patrimonio dell’Umanità e rinomata stazione turistica invernale ed estiva, Cortina soffre come tutto il resto della montagna veneta e gran parte delle zone interne italiane la distanza dalle grandi aree urbane e dai centri decisionali. Lo spopolamento e l’impoverimento di servizi del territorio sono i fenomeni più evidenti e comuni a queste zone e per quanto misurabili fin dagli inizi del Novecento hanno subito una forte accelerazione negli ultimi 25 anni.
La trasformazione digitale potrebbe tuttavia accorciare le distanze e, in alcuni casi, invertire tendenze che fino a poco tempo fa si pensavano ineluttabili. La trasformazione digitale sta cambiando in maniera radicale il modo di ragionare ed agire delle persone, delle imprese e delle istituzioni, plasmando anche in modo nuovo le relazioni reciproche. Come sottolinea Alessandro Da Rold, uno dei tre ideatori, anche lui di origini bellunesi, «il digitale rappresenta un’opportunità incredibile per costruire un futuro veramente democratico, dove tutti i cittadini, Italiani ed Europei, possano condividere le stesse opportunità. Imparando dalle lezioni apprese a seguito della pandemia, vediamo il digitale e la connettività come il volano per costruire realtà inclusive, ed uno strumento utile per sviluppare appieno realtà che altrimenti rimarrebbero escluse. Parliamo non solo di aree cosiddette remote, ma anche delle periferie urbane, che grazie al digitale riscopriranno nuove forme di aggregazione e di sviluppo comunitario».
La formula scelta dagli organizzatori del CDF è quella dell’inclusione. Così accanto agli esperti di levatura internazionale troviamo attori locali, tra gli altri il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, perché per accorciare le distanze tra centro e periferia, tra città e zone rurali è indispensabile immaginare politiche e azioni condivise che coinvolgano e vedano la partecipazione attiva di chi oggi sente di abitare ‘un luogo che non conta’ per dirla alla Rodríguez-Pose.
Se l’esperimento del 2021 andrà come prevedono gli organizzatori, l’appuntamento avrà cadenza annuale e residenza fissa nella conca ampezzana.