Bruxelles – Il ricorso con cui i Paesi Bassi hanno chiesto alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea l’annullamento del regolamento che vieta la pesca effettuata con l’impiego di attrezzi a impulso elettrico è stato respinto.
Rivolgendosi alla Corte di Lussemburgo il governo olandese ha sostenuto che il Consiglio UE e il Parlamento europeo, nell’approvare la nuova legge europea, non avevano consultato “migliori pareri scientifici disponibili” che mettevano a confronto gli impatti ecologici-ambientali della pesca con rete da traino che utilizza impulsi elettrici con quelli della pesca tradizionale con sfogliara per lo sfruttamento della sogliola del Mare del Nord.
Ma per il giudice europeo il legislatore dell’Unione non ha l’obbligo di fondare le sue decisioni esclusivamente sulla base dei pareri scientifici disponibili. “Peraltro, nel settore della pesca, il legislatore dell’Unione gode di un ampio potere discrezionale“, si legge nella sentenza.
Entrando nel merito delle verifiche scientifiche, tuttavia, la Corte ha ritenuto che gli studi esistenti non tengono conto di “un certo numero di rischi residuali” dell’elettropesca, questione che Consiglio e Parlamento invece hanno preso in considerazione nel disporre dal 30 giungo 2021 il divieto assoluto di impiego di reti da traino con impiego di impulso elettrico.
Nell’adire la Corte UE i Paesi Bassi avevano difeso l’impiego della pesca elettrica anche in virtù del suo “carattere innovativo”. Ma l’obiettivo dell’Unione di promuovere il progresso tecnico-scientifico, afferma il giudice di Lussemburgo, “non comporta un obbligo per il legislatore di trasporre in un atto legislativo qualsiasi nuova tecnica, con la sola motivazione che la medesima sarebbe innovativa”.