Bruxelles – Nuove regole, “realistiche”, che tengano conto della nuova situazione, e poi più attenzione alla fase espansiva. Il nuovo patto dell’Europa dovrà essere più orientale alla crescita, perché solo così ci può lasciare alle spalle la pandemia di COVID una volta per tutte. Paolo Gentiloni rilancia con forza il dibattito sulle regole comuni di bilancio, dando rinnovata attenzione agli orientamenti su cui in Commissione si sta dirigendo la riflessione in corso.
“Non mettiamo in discussione i trattati, perché per definizione ne siamo i guardiani”, dice il commissario per l’Economia nel corso dei dialoghi di primavera organizzati dal Fondo monetario internazionale. “Ma non possiamo ignorare una mutata realtà“. E la realtà, spiega, è che “dopo la crisi dovremo affrontare due sfide: un livello di debito medio del 100%, e rafforzare la seconda parola del patto di stabilità e crescita, vale a dire crescita”.
Le regole attuali, sospese a causa delle ricadute economiche della pandemia, prevedono che gli Stati si impegnino per contenere il rapporto debito pubblico/PIL entro la soglia del 60%, con obblighi di riduzione di un ventesimo l’anno dell’eccedenza nella media dei tre precedenti esercizi. Servirà ancora del tempo perché si possa sciogliere la riserva, ma intanto Gentiloni sembra indicare una volta di più la via che si sembra intenzionati a seguire.
Per i Paesi più propensi al rigore c’è il richiamo del commissario alle riforme, garanzie di utilizzo delle risorse per assicurare comunque stabilità finanziaria. Quelli del meccanismo per la ripresa e del recovery fund “non sono soldi d’emergenza, sono soldi per la qualità del rilancio” delle economie nazionali e “per le riforme” di cui c’è bisogno per mettersi al riparto da instabilità e criticità. Ma ad ogni modo “dobbiamo avere un quadro di regole realistico e dobbiamo essere ambiziosi per quanto riguarda la crescita“.
Gentiloni anticipa inoltre che le prossime previsione economiche, che l’esecutivo comunitario presenterà il prossimo 12 maggio. “La ripresa guadagnerà velocità nella seconda metà e probabilmente la nostra previsione tra un mese potrebbe essere più ottimistica di quella invernale“, confida il commissario italiano. Vuol dire un allineamento verso le stime del Fmi, e dunque stime superiori al 3,8% come pubblicato a febbraio . “Per l’Europa un rimbalzo del 4% e anche di più per i prossimi anni sarebbe importante“, riconosce. Certo, “conta la qualità del rimbalzo” senza dimenticare le incertezze e “le contraddizioni” con cui si dovranno fare i conti. “Ci sarà un momento in cui avremo la ripresa in atto e allo stesso tempo varianti del virus con la pandemia ancora in corso”.
Per questo motivo “non c’è spazio per la compiacenza”, sottolinea la direttrice del Fondo, Kristalina Georgieva. Senza gli interventi messi in campo “l’impatto economico sarebbe stato tre volte più profondo”, ma al netto di ciò “c’è ancora molto da fare“. Un messaggio per determinati governi. “L’Eurozona può fare di più? I Paesi con maggior spazio di manovra di bilancio dovrebbero farci un pensiero”.