Misure concrete “iniziali” per “disinnescare la tensione”. Tra queste il disarmo dei gruppi paramilitari, lo sgombero degli edifici occupati, l’amnistia per tutti coloro che decidono di porre fine alle proteste, il tutto sotto l’osservazione di operatori dell’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Sono le decisioni prese nel vertice a quattro tra Ucraina, Russia, Unione europea e Stati Uniti che si è svolta oggi a Ginevra per tentate di porre fine alle tensioni in Ucraina.
“Tutte le parti devono astenersi da qualsiasi forma di violenza, intimidazione o azioni provocatorie”, si legge nella dichiarazione finale congiunta che afferma che tutti i partecipanti all’incontro “hanno fortemente condannato e respinto tutte le espressioni di estremismo, razzismo e intolleranza religiosa, compreso l’antisemitismo”.
Tra le misure concrete si legge che “tutti i gruppi armati illegali devono essere disarmati” e gli “edifici illegalmente occupati devono essere restituiti ai legittimi proprietari”, così come tutte le “strade piazze e altri luoghi pubblici occupati nelle città ucraine devono essere lasciate libere”. A chi rispetterà queste decisioni in cambio sarà offerta una amnistia “ad eccezione di coloro che saranno ritenuti colpevoli di reati capitali”.
Per assicurare che la distensione avvenga in maniera ordinata ci sarà una “missione di vigilanza” dell’Osce che assisterà “le autorità ucraine e le comunità locali nella realizzazione immediata di queste misure”, già “a partire dai prossimi giorni”. La missione sarà sostenuta anche da Usa e Ue.
Partirà poi un “processo costituzionale” che, scrivono, sarà “inclusivo, trasparente e responsabile”, e comprenderà “l’istituzione immediata di un ampio dialogo nazionale, con apertura verso tutte le regioni dell’Ucraina ed organizzazioni politiche”.