Roma – Con Con 370 voti favorevoli, 33 contrari e 3 astenuti la Camera dei Deputati ha dato via libera dalla Camera dei Deputati alla legge di delegazione europea 2019-20. Le norme, approvate in prima lettura dovranno tornare al Senato per il voto definitivo, consentiranno di soddisfare il rispetto della legislazione comunitaria affidando al governo le norme per il recepimento di 39 direttive europee.
Un intervento legislativo diretto è previsto nella allegata Legge europea che consentirà di agevolare la chiusura di 12 procedure d’infrazione, e l’adozione di altrettanti regolamenti. In 34 articoli, si snoda un vero e proprio testo omnibus con norme che riguardano più settori, dalla libera circolazione di persone e merci alla sanità, dal fisco agli affari economici e monetari, ambiente energia e protezione dei consumatori. Consentirà anche di dare corretta attuazione alle sentenze della Corte di giustizia europea sull’Iva e le procedure di inammissibilità delle domande di protezione internazionale.
Secondo gli accordi tra le forze di maggioranza, le uniche modifiche al testo adottato dal Senato che sono passate riguardano il rafforzamento del principio della presunzione d’innocenza e del diritto a presenziare al processo.
Nella legge europea gli emendamenti relativi all’adeguamento alla direttiva Bolkestein sulla proroga delle concessioni balneari presentati da Più Europa sono stati ritirati. Su questo ounto pende una nuova procedura d’infrazione con la lettera di messa in mora inviata dalla Commissione al governo italiano lo scorso dicembre. Il governo ha però accolto un ordine del giorno che lo impegna a “convocare un tavolo tecnico che coinvolga anche gli operatori del settore per dare certezza al comparto e a definire in tempi brevi le modifiche normative necessarie a conformarsi con il diritto europeo”. L’eventuale procedura d’infrazione potrebbe condizionare anche il via libera ai finanziamenti del Recovery plan destinati al comparto turistico. L’ulteriore slittamento delle concessioni scadute al 2033 è stato impugnato dall’Autorità garante della concorrenza che chiede la procedura di assegnazione pubblica. Il rispetto della legislazione comunitaria è stato intimato anche da diversi organi della giustizia amministrativa.