Bruxelles – La diplomazia nel campo della salute non è un’opzione, ma una “necessità condivisa”. Nel pieno di una nuova ondata della pandemia di COVID-19 la presidenza portoghese del Consiglio UE e la Commissione europea viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda quando si ritrovano a parlare, durante la conferenza sulla saluta globale , del ruolo che l’Unione Europea deve svolgere in tal senso.
L’avvento del Coronavirus ha ricordato che le minacce sanitarie non conoscono confini geografici, e messo in luce la necessità di affrontarle in maniera interdisciplinare, come ha affermato Marta Temido, ministra della Salute portoghese. “Abbiamo imparato che la salute per essere pienamente tutelata ha bisogno degli sforzi messi in campo da diverse aree: dalla sicurezza alla politica estera, dalla protezione civile ai diritti sociali”, ha detto. “E la solidarietà internazionale, di cui l’UE è un esempio, è un elemento vitale per competere con le minacce sanitarie”.
Attualmente l’Unione Europea, come spiegato anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, sta seguendo un approccio basato su due binari. Il primo è quello del gioco di squadra, che Bruxelles ha seguito dall’inizio fondando un’alleanza globale per combattere la pandemia, collaborando con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per l’istituzione di uno strumento (l’ATC-Accelerator) così da permettere a tutti i Paesi del mondo di accedere al tracciamento della diffusione del contagio di COVID-19 e alla vaccinazione, e contribuendo alla fondazione dell’iniziativa globale per l’accesso ai vaccini COVAX (per cui l’UE ha stanziato in totale 2,2 miliardi di euro). Il secondo binario è quello dell’orizzonte a lungo termine. La Commissione non vuole fermarsi alle donazioni di vaccini, ma vuole aumentare la produzione locale delle dosi nei Paesi a medio e basso reddito.
Alla base c’è la convinzione chiara che vaccinare solo gli europei non sia sufficiente per vincere la battaglia con il virus. “Se abbiamo a cuore la nostra salute dobbiamo badare anche alla salute degli altri, è nell’interesse europeo”, ha dichiarato von der Leyen. “La mutazioni del virus possono facilmente distruggere i progressi fatti fino a ora. Per questo il nostro impegno deve superare i confini europei”. La numero uno della Commissione vuole che l’UE sia in prima linea a guidare una strategia sostenibile per le prossime sfide sanitarie globali, un impegno che sarà ribadito anche durante il vertice del G20 sulla salute globale che si terrà a Roma il 21 maggio e che sarà guidato dalla presidenza italiana. Usando l’arma della cooperazione globale von der Leyen auspica che “le prossime pandemie vengano tempestivamente affrontate a livello locale prima che sia troppo tardi per contenere la loro diffusione nel resto del mondo”.
“Dobbiamo incorporare la salute in ogni nostra politica coinvolgendo tutti i dipartimenti, inclusa la finanza, e interagendo con la società civile e il settore privato. Vedo all’orizzonte per l’UE un ruolo importante per creare soluzioni che resistano alla prova del tempo e che non lascino nessuno indietro”, ha continuato von der Leyen.
Un modus operandi che la commissaria per la salute Stella Kyriakides propone di allargare alle sfide del cambiamento climatico e delle resistenza antimicrobica. “E anche qui dobbiamo applicare il principio umanitario più importante: nessuno è al sicuro finché non lo sono tutti“, ha dichiarato parlando della missione che l’UE deve assumersi nel campo dell’accesso universale alla sanità adottando l’approccio “One Health” per il benessere dell’intero ecosistema terrestre.
Inevitabile il riferimento al rafforzamento del meccanismo europeo di esportazione dei vaccini e ai timori relativi al suo impatto per la distribuzione delle dosi ai Paesi svantaggiati. “L’Europa continuerà a essere principale esportatore di vaccini. Continueremo a proteggere cittadini europei e ad assicurarci le forniture dei vaccini, ma siamo rispetteremo i nostri impegni di solidarietà globale“, ha continuato Kyriakides. “Il rafforzamento del meccanismo di esportazione non colpirà in nessun modo le donazioni di vaccini dello schema COVAX”. Nel frattempo, assicura, “l’UE continuerà a finanziare la ricerca, a collaborare con i partner internazionali e con l’OMS e ad attuare i suoi sforzi internazionali mettendo al centro la solidarietà per sconfiggere la COVID-19. È l’unica strada percorribile“.