Bruxelles – Sono state adottate dal Consiglio dell’Unione Europea le nuove norme per migliorare la cooperazione amministrativa nel settore fiscale e affrontare le sfide poste dall’economia delle piattaforme digitali. A partire dal primo gennaio 2023 i gestori delle piattaforme digitali saranno obbligati a comunicare i redditi percepiti dai venditori che usano i loro servizi.
Così come richiesto dal Parlamento UE in plenaria lo scorso 11 marzo, le nuove norme riguardano le piattaforme online che operano sia all’interno che all’esterno del territorio comunitario. Consentiranno alle autorità fiscali nazionali di individuare i redditi percepiti attraverso gli strumenti digitali, determinando i relativi obblighi fiscali. Gli operatori delle piattaforme avranno l’obbligo di comunicazione a un solo Stato membro, che a sua volta dovrà scambiare automaticamente con gli altri Paesi UE queste informazioni.
“Si tratta di un importante aggiornamento delle norme comunitarie”, ha commentato João Leão, ministro portoghese delle Finanze e presidente di turno del Consiglio dell’UE. “Si tratta di una novità particolarmente benvenuta, in un momento in cui le vendite online sono in costante aumento e la pandemia COVID-19 mette sotto pressione le finanze pubbliche“. In questo modo “l’Unione Europea diventa un esempio per il mondo”, ha rivendicato il ministro portoghese.
Le modifiche alla direttiva sulla cooperazione nel settore fiscale sono state introdotte per mettere fine al “vantaggio indebito rispetto alle imprese tradizionali” e alla “perdita di gettito fiscale da parte dei Paesi UE”, si legge nella dichiarazione del Consiglio dell’UE. La questione fondamentale è legata al fatto che “spesso i redditi percepiti attraverso le piattaforme digitali non sono dichiarati e le relative imposte non vengono versate”, soprattutto quando le Big Tech operano in più Paesi UE.
Grazie alle nuove norme le autorità competenti di due o più Stati membri saranno in grado di effettuare audit congiunti, in un quadro che sarà operativo su tutto il territorio dell’Unione entro l’inizio del 2024.