Roma – Migliori o peggiori dopo il Covid: la sfida comincia ora. Comincia ora per l’Italia che deve giocare le sue carte con il Recovery plan, così come per l’Europa alle prese con la complessa gestione della pandemia e il reperimento dei vaccini. Ma comincia ora anche per Enrico Letta che prende in mano un Partito democratico frastornato e diviso. Spunti e riflessioni emersi in un incontro promosso dal circolo Palombella di Bruxelles, che ha visto la partecipazione del leader Dem e del giornalista Antonio Pollio Salimbeni e di un pubblico seppur in video conferenza, confrontarsi sul futuro dell’anno che verrà.
Se migliori o peggiori la risposta non arriva ma certamente molto dipende dall’Italia anche per il futuro di Bruxelles. Se faremo bene “se il Piano di ripresa e resilienza avrà successo, è chiaro che la riforma del patto di stabilità avrà un evoluzione – dice Letta – in patto di sostenibilità e anche lo strumento finanziario che c’è dietro può diventare strutturale”. Al contrario “se questi soldi li usiamo male è facile che dicano no sia al Patto che al debito condiviso”. E dunque vero che l’Europa è cambiata, che non è più tempo di austerity ma i nazionalismi sono ancora lì e in Italia al governo c’è la Lega che appena può alza il tiro sull’Europa.
Su questo punto Letta assicura che la garanzia è Mario Draghi che con la sua credibilità, “copre l’ambiguità della Lega che non è il motore di questo governo”. Tuttavia, dell’esecutivo gli vengono indicati gli scartamenti, il debito che resta un macigno e non allontana la paura di un ritorno alla cinghia da stringere. “Fidatevi di Draghi e del PD” dice Letta che non abbandona il suo ottimismo con l’esempio del ‘debito buono’. Tornando al Recovery nazionale avverte però che “questa enorme disponibilità di risorse sarà molto attrattiva per la criminalità organizzata e dobbiamo avere una vigilanza doppia e tripla”. Serve grande efficienza e controlli severi, “dobbiamo usare questa opportunità non per commissariare lo Stato ma per rendere la macchina efficiente.
L’Europa e il Pd, questione che torna centrale: “Ho costruito una segreteria e nominato due vicesegretari con questo spirito”, spiega il leader Dem che non sfugge alla domanda sulle alleanze anche in un orizzonte bruxellese. “Guardo con grande favore all’evoluzione dei Cinque Stelle: abbiamo bisogno che completino il percorso europeista. Il Pd poi deve sfuggire dall’essere il ‘partito della protezione civile’, sempre al potere”. Per gli europarlamentari M5S in cerca di casa, Letta spiega che “alla fine dell’anno ci sarà il giro delle cariche europee e se maturano le condizioni, quello sarà il tempo giusto”.