Bruxelles – Uso eccessivo di acqua, consumo di energia, maggior impatto sull’ambiente. Tutto questo è il Nutri-score, il sistema di etichettatura nutrizionale ‘a semaforo’ contro cui l’Italia scende in campo perché non venga adottato in maniera armonizzata a livello di Unione Europea. È quanto ha ribadito oggi (22 marzo) il ministro per le Politiche agricole, Stefano Patuanelli, dopo il suo incontro a Bruxelles con il commissario europeo all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski. Patuanelli è a Bruxelles fino a domani per la due giorni del Consiglio Agricoltura e Pesca.
Un vertice fisico, vista la densità degli argomenti in programma: dalla nuova PAC alle quote pesca per il 2021 con il Regno Unito. “Abbiamo parlato di necessità del settore agricolo, delle sfide della nuova Politica agricola comune, di cosa serve ai nostri agricoltori anche in un momento di difficoltà a fare quelle transizioni che il settore deve fare”, riassume Patuanelli alla stampa. Ma soprattutto il governo di Roma ha voluto “ribadire la netta contrarietà del nostro Paese al tema del Nutri-score”.
Una contrarietà ormai ben nota, ma che torna ad essere insistente dal momento che nel quadro della strategia Farm to Fork la Commissione prevede di individuare entro il 2022 un unico sistema di etichettatura uguale (e obbligatorio) per tutti i Paesi. E il fatto che il Nutri-score sia stato adottato già da diversi Paesi europei – come Francia e Belgio – fa temere che la scelta possa orientarsi proprio su questo sistema detto a semaforo.
Patuanelli ricorda che oggi è la Giornata mondiale dell’acqua, un tema che è fortemente connesso al sistema di etichettatura. Spiega che il Nutri-score “va incontro a tutti quei cibi iper-trasformati che portano anche a un maggiore uso di acqua, consumo di energia, maggiore necessità di trasporto” e quindi “a un maggior impatto sull’ambiente”. Ribadisce che per le metodologie produttive e per prodotti e tipicità italiani “pensare di adottare l’etichetta nutrizionale a semaforo è inaccettabile, improponibile ed è qualcosa che rifiuteremo e faremo in modo di convincere anche gli altri Paesi”. Ma aggiunge anche che non si tratta di opposizione “solo per proteggere le nostre produzioni ma è perché riteniamo sbagliato quel tipo di approccio per i consumatori europei”.
Ottimista sul fatto che la posizione italiana possa essere ascoltata anche dagli altri Paesi, il fronte di opposizione si sta allargando. “Stiamo lavorando per allargare la posizione italiana non solo a livello politico ma anche” attraverso le associazioni di categoria. Convinto che più “si spiegano le motivazioni del rifiuto di questa metodologia di etichettatura, più si capiranno” le ragioni che hanno già convinto l’Italia.
Sulla PAC flessibilità dei piani strategici
Un visita di soli due giorni ma ricca di incontri bilaterali per Patuanelli. Oggi il commissario per l’Agricoltura e domani il vicepresidente per il Green Deal, Frans Timmermans. “L’agricoltura può fare quello scatto verso una maggiore produttività, grazie soprattutto all’innovazione e all’agricoltura 4.0″. Al centro della giornata di domani del Consiglio Agricoltura soprattutto i negoziati sulla riforma della Politica agricola comune, in vista del super trilogo in programma il 26 marzo. Secondo Patuanelli, Bruxelles deve mostrare flessibilità nel chiedere ai Paesi di rendere i piani strategici allineati con le sue raccomandazioni per la transizione, in particolare le strategie “Farm to Fork” (dal produttore al consumatore) e quella per la biodiversità. “Ogni percorso di transizione ha bisogno di strumenti flessibili e dei tempi giusti”, ha spiegato. Ed è ciò che bisogna garantirsi “all’interno della nuova PAC nel rapporto che ci sarà tra la strategia nazionale e le Regioni da un lato e l’Europa dall’altro”. In altre parole, ogni Stato membro deve avere la possibilità di raggiungere gli obiettivi fissati da Bruxelles con “strumenti che si adattino alla loro tipologia produttiva”. Questo il percorso giusto da seguire.