Bruxelles – A due anni dalla sua attuazione, il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) è stato un successo globale, ma sono necessari ancora miglioramenti per la sua applicazione, soprattutto per quanto riguarda le risorse messe a disposizione delle autorità di controllo nazionali. È questa la sintesi del progetto di risoluzione adottato dalla commissione per le libertà civili del Parlamento UE con 41 voti favorevoli, 2 contrari e 24 astensioni e che sarà portato in sessione plenaria per il voto durante la seduta della prossima settimana (24/25 marzo).
“Il GDPR è diventato lo standard fondamentale per la protezione dei dati personali in tutto il mondo e ha posto l’Unione Europea in prima linea nei dibattiti internazionali”, ha commentato il relatore spagnolo e presidente della commissione, Juan Fernando López Aguilar. “È però necessario lavoro ancora in alcune aree” e per questo motivo “chiediamo alla Commissione Europea, alle autorità di vigilanza e agli Stati membri di migliorare gli sforzi e le risorse per ottenere la piena attuazione in tutta l’Unione“.
Il Regolamento entrato in vigore nel 2016 (ma pienamente attuato il 25 maggio 2018) è stato riconosciuto dalla commissione LIBE come “uno strumento importante per la diplomazia digitale dell’UE“. In altre parole, “una posizione europea dominante in questo campo” sarebbe un ottimo punto di partenza per “difendere meglio i diritti dei cittadini comunitari, promuovere un’innovazione digitale affidabile e accelerare la crescita economica”, si legge nel testo.
Per arrivare a questo risultato è necessario che le autorità nazionali per la protezione dei dati (DPA) siano messe nelle condizioni di “trattare rapidamente e in modo completo un numero crescente di casi complessi e ad alta intensità di risorse”. Secondo gli eurodeputati diverse autorità di controllo sul territorio UE non dispongono ancora di risorse umane, tecniche e finanziarie sufficienti per esercitare i propri poteri in modo efficace: “Il successo di questo meccanismo dipende dal tempo e dagli sforzi che possono dedicare alla gestione dei singoli casi” e di qui “la mancanza di volontà e risorse ha conseguenze immediate per il corretto funzionamento dello strumento”.
Uno dei rischi maggiori riguarda gli oneri dell’applicazione che ricadono sui cittadini, se le autorità di controllo nazionali non riescono ad applicare in modo uniforme il GDPR. A questo proposito la commissione per le libertà civili ha invitato la Commissione UE e il Comitato Europeo per la Protezione dei Dati (EDPB) a fornire più supporto, informazioni e formazione a piccole e medie imprese e altre organizzazioni (come scuole e club) particolarmente gravate dall’applicazione del Regolamento.
Allo stesso tempo, gli eurodeputati sono anche preoccupati per l’abuso del GDPR che viene messo in pratica delle autorità di alcuni Stati membri per limitare le libertà di organizzazioni non governative ed esercitare pressioni sui giornalisti per rivelare le proprie fonti. Infine, la pandemia COVID-19 ha evidenziato la necessità di una guida chiara sull’adeguata attuazione del Regolamento in ambito di politiche di sanità pubblica.