Bruxelles – Con un decreto del governo in Francia è stata autorizzata l’installazione di “sistemi video intelligenti per misurare il tasso di utilizzo sui trasporti pubblici delle mascherine”. Gli operatori del settore dei trasporti saranno ora in grado di monitorare se i passeggeri stanno osservando l’obbligo di indossare le mascherine anti-COVID su autobus, metropolitane e treni grazie a telecamere di sorveglianza a circuito chiuso.
Nel maggio dello scorso anno la società Datakalab aveva offerto il suo sistema di monitoraggio intelligente sull’utilizzo delle mascherine alle autorità del trasporto pubblico di Parigi. Il 17 giugno l’organismo di vigilanza francese per la protezione dei dati (CNIL) aveva denunciato la pratica, affermando che non era “conforme al quadro giuridico applicabile alla protezione dei dati personali”.
Secondo l’organismo per la protezione dei dati uno “sviluppo incontrollato” di sistemi di monitoraggio “presenta il rischio di generalizzare un sentimento di sorveglianza tra i cittadini” e di “creare un fenomeno di assuefazione e banalizzazione delle tecnologie intrusive”. Potrebbe quindi “minare il corretto funzionamento della nostra società democratica“, aveva avvertito il CNIL. Non solo: “L’impiego massiccio di dispositivi per catturare l’immagine degli individui e rilevare alcuni dei loro attributi o comportamenti” rischierebbe seriamente di “portare, nelle persone interessate, a un cambiamento – voluto o sofferto – nel loro comportamento“.
Datakalab aveva fatto marcia indietro, ma mercoledì scorso (10 marzo) è stato reso noto che la stessa azienda metterà a disposizione del governo francese la sua tecnologia. L’ondata di polemiche che ha travolto il governo ha messo in imbarazzo il segretario di Stato per i trasporti, Jean-Baptiste Djebbari, al punto da spingerlo a cancellare il tweet in cui annunciava l’introduzione di “telecamere intelligenti” che “possono ora essere installate nei trasporti pubblici” e “consentono di contare le persone che indossano la mascherina, senza identificazione individuale”.
Il gruppo a difesa dei diritti e delle libertà nell’era digitale Quadrature du Net ha chiesto al Senato di riaffermare il divieto di riconoscimento facciale, dopo che a inizio marzo era stato respinto un emendamento nel quadro del disegno di legge sulla sicurezza globale: l’opposizione del Senato aveva impedito che venisse generalizzata proprio la pratica di utilizzo di telecamere di video-sorveglianza in spazi pubblici. Secondo Quadrature du Net il nuovo decreto del governo viola sia il Codice di sicurezza interna del Paese, sia l’articolo 5 del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’Unione Europea.