Roma – Dopo mesi di dissidi interni la formazione Più Europa registra due addii pesanti. Emma Bonino e il segretario Benedetto Della Vedova lasciano con toni durissimi contro l’area che è diventata maggioranza nel partito dopo l’addio di Bruno Tabacci. Il motivo del contendere sono le regole e i tempi del congresso che dovrebbe tenersi ogni due anni. Per il segretario Della Vedova si tratta di dimissioni “controllate”, che gli consentono di ricandidarsi alla guida in un’assise da convocare entro tre mesi.
Carico di veleni invece l’abbandono di Emma Bonino: “Non voglio stare più in questo partito. Non è un grosso problema visto che faccio parte degli incompetenti e degli ignoranti. Ovviamente è a disposizione anche il seggio al Senato, perché la vostra cupidigia è senza limiti”. L’accusa è quella di preparare una nuova leadership “decisa fuori a tavolino e dunque me ne vado a testa alta prima che mi facciate fuori voi”.
Dietro le regole del congresso ci sono come spesso accade anche la partita del tesseramento e quei giochi meno nobili per prendere il controllo del partito che si era già diviso in occasione del sostegno al Conte ter con l’uscita di Alessandro Fusacchia (eletto a Bruxelles) e Bruno Tabacci. Dopo la nascita del governo Draghi (con la nomina di Della Vedova sottosegretario agli Esteri) a far salire la tensione è stato il progetto lib-dem in un’alleanza con Azione di Carlo Calenda.
Lo stesso segretario dimissionario ammette che la decisione improvvisa nasce dalla necessità di forzare i tempi per una discussione che stava diventando infinita. Un big bang che i due ex radicali sperano di controllare, salvando il partito e la sua missione, anche in questa delicata fase in cui gli equilibri della politica italiana sono molto fragili.