Bruxelles – Sono stati pubblicati oggi da Eurostat i dati sul disastro sanitario causato dalla pandemia COVID-19 in Europa: durante lo scorso anno si è registrato un aumento di oltre 540 mila morti rispetto alla media 2016/2019. Ma, tenuto conto che nei mesi di gennaio e febbraio il bilancio è stato negativo, la stima cresce fino a toccare i 580 mila morti tra i mesi di marzo e dicembre del 2020, rispetto alla media degli anni precedenti. Questo è stato il reale impatto del Coronavirus sul suolo dell’Unione Europea.
Il bilancio era già stato tracciato dai primi dati pubblicati tra ottobre 2020 e gennaio di quest’anno, ma ora è completa la panoramica sulla curva dei decessi tra la primavera e l’inverno 2020, con i picchi registrati tra aprile e marzo (il primo) e a novembre (il secondo).
Quello considerato da Eurostat è il valore della mortalità in eccesso, ovvero la percentuale dei decessi aggiuntivi nel 2020 rispetto al periodo di riferimento 2016/2019, e si basa sulla raccolta di dati sui decessi settimanali trasmessi dagli istituti nazionali di statistica a Eurostat su base volontaria. Essendo variabile il modo di comparare i dati direttamente associabili al COVID-19 (per diverse regole tra Paesi membri UE di classificazione delle malattie, cause di morte e problemi di copertura), questo indicatore fornisce una misura generale dell’impatto della pandemia sulla mortalità.
Dopo aver registrato nei mesi di gennaio e febbraio un valore percentuale negativo (meno morti rispetto alla media degli anni precedenti), il primo incremento è stato a marzo in Italia (+49,6 per cento), Croazia, Grecia, Malta e Slovacchia – in corrispondenza dello scoppio della pandemia COVID-19 – mentre nel resto dell’Unione Europea in aprile, con una media del +25,1 per cento.
Raggiunto il picco di decessi, la curva è crollata a maggio – anche per effetto dei lockdown generalizzati – fino ad assestarsi nell’estate su una media tra i 2 e i 3 punti percentuali. Il trend si è invertito nuovamente da agosto in poi, a causa della seconda ondata della pandemia.
A novembre è stato toccato il secondo picco di mortalità in eccesso, più alto rispetto al primo in quasi tutti i Paesi membri (fatta eccezione per Belgio, Paesi Bassi, Francia, Spagna e Svezia). La media comunitaria si è attestata al +40,7 per cento, mentre in Italia al 51,6. A fine anno la curva è tornata nuovamente a calare gradualmente, attestandosi sui 30,5 punti percentuali come media europea. In Italia invece il secondo lockdown nazionale ha riportato nel gennaio di quest’anno il dato relativo alla mortalità in eccesso sui livelli di luglio 2020, al 3,5 per cento.