Bruxelles – Vaccini anti-COVID, ormai è caos. L’Italia e altri sei Paesi dell’Unione Europea hanno temporaneamente sospeso o vietato, uno dopo l’altro, la somministrazione del siero prodotto da AstraZeneca. Uno stop attuato solo per lotti specifici, come nel caso italiano, così come nella sua totalità.
A iniziare è stata la Danimarca, che in mattinata ha sospeso temporaneamente e in via precauzionale l’uso del vaccino di AstraZeneca contro il COVID-19 dopo aver riscontrato diversi casi di coaguli di sangue tra le persone vaccinate. La decisione annunciata dalle autorità danesi dopo che ieri l’Austria ha sospeso l’uso di un solo lotto di vaccino AstraZeneca (il numero ABV5300) dopo che a una persona è stata diagnosticata una trombosi multipla (quindi la formazione di coaguli di sangue all’interno dei vasi sanguigni) ed è morta 10 giorni dopo essere stata vaccinata, e un’altra è stata ricoverata in ospedale con embolia polmonare (blocco nelle arterie dei polmoni) dopo essere stata vaccinata.
Per il momento non ci sono prove di una correlazione tra lo sviluppo di patologie legate alla coagulazione e la somministrazione del vaccino della casa farmaceutica anglo-svedese. La stessa Agenzia europea per i medicinali (EMA) – che ha autorizzato il farmaco al commercio – ha chiarito in una nota che “non ci sono attualmente indicazioni che la vaccinazione abbia causato queste condizioni, che non sono elencate come effetti collaterali con questo vaccino”. Tuttavia le autorità sanitarie danesi hanno deciso di sospenderne comunque l’inoculazione in via precauzionale. Lo spiega in un tweet il ministro danese della Salute, Magnus Heunicke nel comunicare la decisione.
Il lotto in questione era stato distribuito tra 17 Stati membri e l’Italia non fa parte di questi: sono Austria, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Francia, Grecia, Islanda, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Svezia.
Dopo l’annuncio della Danimarca, oltre all’Italia, anche Estonia, Lituania, Lussemburgo e Lettonia dentro l’Ue e Norvegia e Islanda – che sono Paesi dell’area di libera circolazione Schengen ma non dell’Unione europea – hanno sospeso per precauzione e “fino a nuovo avviso” l’uso del vaccino AstraZeneca contro il Covid-19 per i timori legati alla formazione di coaguli di sangue.
Il divieto dell’AIFA
Nel primo pomeriggio di oggi (11 marzo) anche in Italia è stata vietata la somministrazione di un lotto del vaccino AstraZeneca (numero ABV2856), che però non è lo stesso che ha causato la sospensione negli altri Paesi europei. Lo ha reso noto l’AIFA (Agenzia italiana del farmaco) “in coordinamento con l’EMA” dopo la “segnalazione di alcuni eventi avversi gravi”. L’AIFA specifica nella nota come l’EMA che al “momento non è stato stabilito alcun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e tali eventi”.
Fonti di Palazzo Chigi riferiscono che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto un colloquio telefonico con la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, da cui è emerso che “non c’è alcuna evidenza di un nesso tra i casi di trombosi registrati in Europa e la somministrazione del vaccino Astrazeneca“. Von der Leyen ha fatto sapere che l’Agenzia europea del farmaco ha avviato un’ulteriore verifica accelerata.
“Seguiremo le indicazioni e il parere dell’EMA, che sta monitorando da vicino l’uso dei vaccini nei diversi Paesi”, ha risposto un portavoce della Commissione Europea durante il briefing con la stampa alle domande dei giornalisti sulla sospensione della somministrazione del vaccino AstraZeneca in Danimarca. La Commissione precisa che fin qui ha sempre seguito pareri e indicazioni dell’Agenzia dell’UE e che nel rispetto di questo approccio “seguirà le indicazioni dell’EMA”.