Bruxelles – Le regioni non dovranno essere lasciate indietro. Nella strategia nazionale di ripresa “bisogna tenere conto delle disparità nazionali, regionali e locali“. Lo chiarisce il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, nel corso del dibattito sui piani nazionali di ripresa in Aula. Ai deputati europei presenti e quelli collegati da remoto, ribadisce che nella definizione prima e nell’attuazione poi della strategia nazionali “è importante la consultazione di tutti gli stakeholders, incluse le autorità regionali e locali”, con l’onere della prova per i governi. “Gli Stati membri devono spiegare come i lori piani contribuiscono alla coesione sociale e territoriali”.
Per l’Italia questo vuol dire dover inserire una strategia credibile per il Mezzogiorno, in quanto area tradizionalmente meno forte da un punto di vista economico, e perché più colpita dalla pandemia di COVID, che ha praticamente azzerato il turismo di regioni che su questo comparto hanno il proprio traino. Dunque non andranno lasciate indietro. Ecco perché Dombrovskis insiste nell’evitare un eccesso di centralismo decisionale.
“Le autorità locali e regionali avranno un ruolo fondamentale nel successo del piano di ripresa”, e per questo motivo, insiste il responsabile per un’Economia al servizio delle persone, “sarà di vitale importante coinvolgere autorità locali e regionali per mettere in pratica i progetti nei prossimi anni”. Quindi avverte del rischio in cui i governi centrali possono incorrere nel caso in cui i criteri territoriali non dovessero essere presi in considerazione. “Il recovery fund è uno strumento basato sulle prestazioni, il che vuol dire che gli Stati membri riceveranno i fondi europei solo quando avranno soddisfatto condizioni prioritarie e obiettivi concordati”. Strategie davvero efficaci sono dunque imprescindibili.