Bruxelles – “Ci sono le condizioni per una ripresa economica forte“, a partire da subito. Sia le stime OCSE sia quelle dell’UE prevedono “un ritorno alla crescita in primavera e un consolidamento in estate”, ma questo non può indurre a ritenere che sia tutto passato. “Vista l’incertezza che ancora caratterizza l’economia, è bene fare bene”. Quello di Paolo Gentiloni per le riforme che servono davvero non è un invito nuovo. Nuovo è forse il senso di ottimismo misto a preoccupazione. Del resto il commissario per l’Economia è consapevole che la terza ondata di COVID è in atto, e non può ignorarlo.
“Siamo ancora alle prese con la pandemia, e abbiamo ancora misure restrittive in alcuni Paesi”, dice intervenendo in Aula per discutere delle misure adottate per far fronte alla crisi sanitaria e alla recessione che ne è derivata. “Vediamo il numero dei casi di infezione salire”, ed esprime il suo cordoglio per l’Italia. “Nel mio paese assistiamo purtroppo a oltre 100mila vittime” da Coronavirus. Naturale che Gentiloni e il collegio tutto all’ottimismo accostino anche preoccupazioni.
“La situazione ripartirà, ma dobbiamo assicurare investimenti”. Il commissario italiano ricorda che il fondo per la ripresa, con i suoi 672,5 miliardi di euro, “è una svolta”. A patto che se ne sappia fare buon uso. “Può generare un 2% di crescita aggiuntiva pari nel 2024, e due milioni di posti di lavoro”. Ecco perché “è di vitale importanza aumentare sia il livello degli investimenti che la loro qualità”. Vuol dire predisporre piani nazionali di ripresa coi controfiocchi. Da qui l’invito ai governi a fare bene, e il promemoria circa il controllo che la Commissione farà sulle strategia degli Stati membri.
Davanti agli europarlamentari in Aula e quelli collegati da remoto torna a difendere quanto fatto finora. “Senza l’allentamento delle regole sugli aiuti di Stato avremmo avuto problemi di liquidità“, e senza gli interventi presi a livello europeo “avremmo visto fallimenti bancari nei prossimi anni”. Un riconoscimento anche all’operato della BCE.
Ne approfitta quindi per ricordare l’importanza di lavorare insieme, e del coordinamento delle politiche europee a livello europeo. “Le ricette di bilancio nazionali e comuni devono andare di pari passo”. Solo così si può essere certi di una ripresa sostenibile per tutti.