Bruxelles – Non nasce con la pretesa di essere un nuovo partito, ma non è detto che con il tempo non possa diventarlo. Sicuramente la nuova componente ecologista della Camera dei deputati guidata da Rossella Muroni si ispira all’ambientalismo politico che in altre parti di Europa non è più solo un esperimento ma una realtà. “Bisogna fare come in Francia, dove i Verdi erano al due per cento e ora governano città come Marsiglia e Lione, grazie a un lavoro fatto comunità per comunità, città per città”, sottolinea l’ex numero uno di Legambiente in una intervista a La Repubblica in cui annuncia la rottura con Leu e l’ingresso nel Gruppo Misto, per dar vita a una componente ecologista alla Camera dei Deputati. “Così come in Germania la Merkel non è che è diventata ambientalista di colpo, dando incentivi per le auto elettriche, ma lo ha fatto perché ha capito che l’industria della mobilità andava in quella direzione”.
Germania, dove i Verdi dei Grünen hanno sperimentato un cambiamento dalle elezioni federali del 2017 in cui sono entrati nel Bundestag con un 9 per cento scarso, alle ultime Europee del 2019 dove hanno superato la soglia del 20 per cento diventando il secondo partito di Germania. E Francia, dove l’ondata ecologista prima ha sorpreso quando il partito ‘Les verts’ ha preso il 13 per cento alle europee, e poi ha riconfermato la forza politica alle ultime elezioni municipali del giugno.
Muroni spiega che l’obiettivo è quello di riportare la componente verde in Parlamento dove manca da 13 anni, senza rappresentanza da due legislature. Una piccola realtà parlamentare che potrebbe essere l’occasione per radicare l’ambientalismo politico anche in Italia. “Penso al mondo delle associazioni e ai cattolici, c’è un ambientalismo popolare che ha preso le mosse dall’enciclica del Papa, la Laudato sì”, dice Muroni. Anche se l‘Italia, si sa, è “in ritardo sulle trasformazioni sociali”, sostiene Muroni. Ma qualcosa negli ultimi anni nel mondo intorno sta cambiando, come la nuova centralità che le politiche climatiche hanno assunto grazie a Greta Thunberg e Fridays for Future o quanta ancora ne avranno nei piani di ripresa economica dalla pandemia. Un fatto è che l’iniziativa di Muroni attira subito l’attenzione del mondo ecologista, tanto italiano tanto europeo, che spera che la componente ambientalista possa mettere radici non solo come ideologia ma come ispirazione politica, diventando un vero partito.
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Non si è fatto attendere l’endorsment dei Verdi europei, che sostengono l’iniziativa di Muroni e sperano che la componente possa radicarsi anche in Italia. “Siamo in contatto con Rossella da anni”, ci dice il co-presidente dei Verdi, Philippe Lamberts, ottimista sul fatto che ora le cose “stiano iniziando a muoversi” anche nella Penisola.
L’iniziativa “è benvenuta” e “speriamo che possa diventare un vero e proprio gruppo all’interno del Parlamento italiano”, aggiunge il co-presidente confermando il dialogo in corso con l’ex presidente Legambiente. “È da troppo tempo che gli ecologisti mancano dal Parlamento italiano: in un momento storico come questo, in cui non solo l’Italia, ma l’intera Unione europea si trovano a dover gestire la peggior crisi sanitaria dell’epoca recente e le sue conseguenze a livello sociale ed economico, insieme all’epocale crisi climatica e della biodiversità, il ruolo delle forze ecologiste è di assoluto rilievo”, aggiunge il gruppo in una nota.
Ma la questione è di rilievo anche per i deputati italiani all’Europarlamento che oggi non hanno un partito in Italia che li rappresenti. “Accolgo con entusiasmo la formazione di una componente politica al Parlamento italiano che metta al centro la questione ambientale, madre di tutte le battaglie”, racconta a Eunews l’eurodeputata Eleonora Evi, ex Movimento 5 Stelle ora approdata nel gruppo dei Verdi all’Europarlamento insieme a Ignazio Corrao, Piernicola Pedicini e Rosa D’Amato. “In un momento storico nel quale tutti i politici si professano ambientalisti, senza nei fatti agire con coerenza e coraggio, Rossella spicca per essere sicuramente una persona credibile”. La speranza – osserva Evi – è l’iniziativa di Muroni possa riunire “tutte le varie realtà genuinamente ambientaliste, dai Verdi Italiani, ai delusi del M5S fino alla società civile e i giovani dei Fridays for future” per “formare un grande soggetto politico ecologista e femminista che possa far arrivare in Italia l’onda verde che ha già travolto molti Paesi europei”. Per Evi, ma come per gli altri eurodeputati usciti dal Movimento 5 Stelle (anche per la perdita di centralità del tema ambiente), che ora non hanno una casa politica in Italia, la formazione di un vero partito ecologista italiano potrebbe essere l’occasione per ripresentarsi con più forza politica alle prossime elezioni europee del 2024.
Alla nuova componente del gruppo misto hanno già aderito Lorenzo Fioramonti, ex ministro 5 stelle, e Roberto Fusacchia eletto con Più Europa nella circoscrizione estero in cui è compreso anche il Belgio. “Ma molti altri ne arriveranno”, anticipa Muroni che continuerà a sostenere il governo guidato da Mario Draghi “con responsabilità” ma “incalzandolo” sull’ambiente e la questione ecologica. Il punto di incontro con il governo di Draghi sarà proprio la transizione verde che l’Europa chiede all’Italia e agli altri Paesi Ue nel contesto della ripresa economica dal Coronavirus.
“Con il ‘bazooka verde’, quel 37 per cento del Recovery destinato all’ambiente – osserva Muroni – abbiamo l’opportunità unica di realizzare in Italia la transizione ecologica”. Sarà proprio il capitolo green del piano nazionale di ripresa la prima sfida per la nuova componente. “Spero (che Draghi, ndr) mantenga gli impegni sull’ambiente e non subentri il green washing che abbiamo già visto nelle grandi imprese”. A proposito della squadra di governo dice di non credere che Draghi sia un ambientalista “ma sicuramente ha letto con attenzione il Next Generation Ue, e sa perfettamente che il 37 per cento delle risorse europee arriveranno per fare la rivoluzione verde”.
“E’ una bellissima notizia, e concederemo l’uso del simbolo dei Verdi”, ha annunciato il coordinatore nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, “per rendere più forte la presenza ambientalista nel Paese come accade nel resto d’Europa e per costruire un progetto politico che coniughi giustizia ambientale e sociale e che guardi ad un’alleanza con i settori produttivi, economici e sindacali per attuare la transizione ecologica”. Entusiasta anche Filiberto Zaratti, coordinatore di Europa Verde che proietta subito l’iniziativa nella sfida per il Recovery fund. “Siamo certi che potremo lavorare insieme a partire dall’impegno per garantire la transizione ecologica richiesta dall’Europa per il Next Generation Eu e per centrare gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi sul Clima”.