Bruxelles – Conoscenza, connessione e scambio di dati tra governi per prevenire i rischi connessi ai cambiamenti climatici, tra cui quelli sulla salute. La Commissione Europea ha lanciato oggi l’Osservatorio europeo sul clima e la salute destinato a monitorare gli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute, come parte dell’aggiornamento della Strategia sull’adattamento climatico presentata la settimana scorsa.
“Avremmo dovuto imparare dalla pandemia la lezione che una mancanza di preparazione può avere gravi conseguenze. Ora è il momento di migliorare il nostro livello di preparazione ai cambiamenti climatici che possono indurre rischi anche per la salute”, sottolinea Mauro Petriccione, Direttore Generale della DG Clima della Commissione Europea all’evento di lancio dell’Osservatorio organizzato dall’European Policy Center (EPC). Anticipare i rischi connessi al cambiamento climatico e i suoi effetti sul suolo europeo inizia con una maggiore raccolta e condivisione di dati, al fine di modellare questi effetti e le loro conseguenze sulla salute in modo più intelligente.
Nel rapporto ‘Rispondere ai rischi per la salute del cambiamento climatico in Europa‘ presentato oggi in occasione del lancio dell’Osservatorio si evidenzia che a livello nazionale, tutti gli Stati membri dell’UE dispongono di strategie o piani di adattamento nazionali e la maggior parte ha riconosciuto minacce climatiche per la salute attraverso valutazioni di rischio e vulnerabilità. Nonostante questo l’attuazione “di azioni di contrasto alle minacce climatiche per la salute è in ritardo e potrebbe essere supportata da una maggiore conoscenza di soluzioni efficaci”, si legge.
Le temperature estreme stanno già portando ad un aumento delle vittime in Europa e altri effetti negativi, come rendere alcune aree del Continente più “adatte” alla diffusione di malattie infettive, tra cui la febbre dengue, le infezioni da Vibrio e la febbre del Nilo occidentale. “Il clima sta cambiando e ha anche un impatto evidente sul nostra salute e sui nostri sistemi sanitari”, sottolinea Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’Agenzia europea per l’ambiente.
Prepararsi al peggio, questo il messaggio. Non si sa come o quando, ma dopo il Covid-19 ci saranno altre crisi e sarà bene arrivarci preparati. Nell’aggiornamento della strategia europea, la Commissione ha individuato nell’ondata di caldo registrata in Europa nel 2019 “il disastro naturale più mortale” per la sua popolazione. Letteralmente si muore di caldo e, come sottolineato dal vicepresidente esecutivo Frans Timmermans, anche se tutte le emissioni di gas serra sparissero, gli effetti del riscaldamento globale continuerebbero a farsi sentire per molti anni a venire. L’Ue stima in 12 miliardi di euro all’anno le perdite economiche a causa di eventi meteorologici estremi. Questa cifra dovrebbe moltiplicarsi nei prossimi decenni se il riscaldamento globale aumenta.
Ma la crisi climatica ha effetti negativi anche sulla perdita di biodiversità e sul rendere gli ecosistemi più “fertili” per i virus. I cambiamenti climatici, quelli causati dall’uomo alla natura, nonché gli interventi umani che creano perdita di biodiversità, come la deforestazione, il cambiamento dell’uso del suolo, l’agricoltura intensiva, possono aumentare il contatto e la trasmissione di malattie infettive dagli animali agli esseri umani (malattie zoonotiche) come il COVID-19. “Il messaggio che l’ambiente è una priorità è chiaro per tutti”, ha aggiunto Pierre Delsaux, vicedirettore generale della DG Sante della Commissione Europea. Ricorda però che c’è poco tempo a disposizione. “Dobbiamo agire ora se vogliamo realizzare le nostre ambizioni”.
L’Ue punta a un accordo ambizioso sulla biodiversità, sulla scia di quello di Parigi sul clima, al prossimo vertice ONU in Cina, a Kunming – la COP15 – che doveva tenersi a ottobre ma che è stato rimandato a maggio causa della pandemia. “Ambizioso, globale e in evoluzione”, dice l’Ue, che cerca il sostegno degli altri leader mondiali per il raggiungimento dei suoi obiettivi di sostenibilità.