Bruxelles – La ricapitalizzazione di banca Tercas da parte del Fondo interbancario non rappresenta aiuti di Stato, e dunque non c’è violazione delle regole comunitarie. Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell’UE, che respinge il ricorso della Commissione europea e conferma il pronunciamento già emesso dal Tribunale. L’Italia dunque non deve procedere ad alcun recupero di denaro.
Nel 2013 Tercas era in situazione finanziaria tale da richiedere una ricapitalizzazioine. BPB (Banca Popolare di Bari) ha manifestato l’interesse, ma alla fine la Banca d’Italia ha autorizzato l’intervento del Fondo Interbancario di tutela dei depositi (FITD), consorzio di diritto privato tra banche. Alla fine del 2015 l’Antitrust comunitario ha avviato la procedura per aiuti illegittimi a Tercas e ha ordinato il recupero di 295,14 milioni di euro più interessi.
FIDT è un consorzio di diritto privato, e si chiarisce i vantaggi possono essere definiti “aiuti di Stato” solo se concessi “direttamente o indirettamente mediante risorse statali”, o comunque per essere qualificati come aiuti “devono essere imputabili allo Stato”, e non era questo il caso.
Il Tribunale UE, che aveva già respinto le richieste della Commissione, ha dunque “applicato correttamente” la giurisprudenza dell’UE che vuole che spetti a Bruxelles l’onere di dimostrare l’illecito. Nel caso specifico la Commissione non ha saputo dimostrare l’influenza delle autorità
pubbliche italiane sul FITD .