Bruxelles – La riserva di adeguamento (Brexit Adjustment Reserve) dell’UE per mitigare l’impatto della Brexit a livello commerciale solleva le preoccupazioni della Corte dei Conti europea. Lo strumento di solidarietà da 5,37 miliardi di euro predisposto dalla Commissione UE prevede che l’80 per cento del fondo (4,24 miliardi di euro a prezzi correnti) sia concesso agli Stati membri sotto forma di prefinanziamento entro il 2021. “Nonostante la proposta offra flessibilità, per come impostata la riserva genera una serie di incertezze e di rischi”, ha spiegato Tony Murphy, membro della Corte responsabile per il parere.
Le preoccupazioni riguardano soprattutto l’entità e la modalità di erogazione della prima tranche del budget: “Gli Stati membri riceverebbero un livello insolitamente elevato di prefinanziamenti senza dover fornire in anticipo dettagli sulle misure da finanziare alla Commissione Europea”, ha aggiunto Murphy. “Non viene richiesta una roadmap abbastanza precisa e si rischia di accettare in buona fede progetti troppo generali”.
Altri aspetti di rischio riguardano il periodo di ammissibilità per l’attuazione delle misure (da luglio 2020 a dicembre 2022) dal momento in cui “la Commissione UE non argomenta la scelta né ne esamina l’adeguatezza”, e la valutazione delle misure stesse messe in atto dai Paesi membri: “L’adeguatezza non verrebbe valutata prima della fine del 2023”, ha fatto notare la Corte, aumentando il “rischio di adozione di progetti subottimali e non ammissibili”.
La quota di prefinanziamento per ciascuno Stato membro è valutata in base all’impatto stimato sulle rispettive economie, tenendo in considerazione i danni della Brexit sugli scambi commerciali e sul pesce catturato nella zona economica esclusiva del Regno Unito. L’Irlanda diventerebbe il beneficiario principale, con quasi un quarto della dotazione (991 milioni di euro a prezzi del 2018, pari a 1,05 miliardi a prezzi correnti), mentre l’Italia riceverebbe 87,2 milioni di euro (82,2 a prezzi del 2018).
I restanti 1,13 miliardi saranno invece erogati nel 2024 sotto forma di contributo aggiuntivo, sulla base delle spese sostenute e dichiarate alla Commissione UE entro il 30 settembre 2023.