Nonostante i clamorosi fallimenti degli ultimi anni ho ancora fiducia nel progetto dell’Unione europea. Ma ci sono delle cose che proprio discreditano le istituzioni europee, e che mi fanno arrabbiare quasi quanto gli errori in politica economica o in politica estera.
Un nutrito gruppo di commissari europei, sette, si candiderà alle prossime elezioni europee. E’ una cosa che va bene, anche giusta, è certamente gente di grande esperienza che non può che far bene al lavoro del Parlamento. Quello che fa scandalo è che a questi signori il presidente della Commissione Josè Manuel Barroso abbia concesso un periodo di congedo di circa un mese e mezzo al termine del quale, il 26 maggio torneranno in servizio come commissari, con l’obbligo di dimettersi alla fine di giugno, poiché il primo luglio si riunisce il nuovo Parlamento. Ecco, questa è una cosa che grida vendetta. Ma come, decidi di lasciare la Commissione, ti fai eleggere al Parlamento e dopo le votazioni torni per un mese, un mese solo, a guadagnare i tuoi 25.000 euro di stipendio? Tra questi signori ci sono ben quattro vice presidenti della Commissione, in teoria personaggi chiave del funzionamento delle Istituzioni europee, e possono entrare e uscire e poi rientrare e poi riuscire a loro piacimento? E la continuità dell’azione? Mentre è sacrosanto che gli si conceda un congedo elettorale (che è senza stipendio) e vergognoso che possano tornare per un solo mese a raccattare gli ultimi soldi (che si aggiungono, lo si sappia, all’indennità di reinserimento di circa 3.000 euro al mese della quale godono gli ex commissari per tornare nella società civile) a svuotare i cassetti quando sono oramai parte politica assolutamente nel gioco dei partiti e dei paesi, schierati formalmente con maggioranze ed opposizioni, insomma e per niente super partes.
Qualcuno dice che così è più “semplice” che poi luglio e agosto c’è quasi niente da fare poi ci sono settembre e ottobre che si chiude la legislatura e a novembre si parte con la nuova commissione. Dunque ci sarebbe nell’anno 2014 un periodo di quattro mesi sostanzialmente inutile. Ma come, si dice, Barroso dice “attenti a non perdere il momentum, non dobbiamo perdere un giorno” nella lotta alla disoccupazione e per la crescita e poi quattro mesi diventano un periodo nel quale un commissario ai Trasporti si occupa tranquillamente anche degli Affari monetari? La ciliegina è poi il commissario belga, che si candida alle elezioni ma promette di non avere “parte attiva” nella campagna, e dunque non va in congedo. Massima presa in giro degli elettori belgi e dei cittadini europei.
Ma si faccia che il 26 maggio se eletti questa signora e questi sei signori con dignità scelgano che fare e permettano ai loro governi nazionali di nominare un nuovo commissario al posto loro, che magari è quello che resterà per i cinque anni successivi, così che intanto si “allena”.
Lorenzo Robustelli