I contributi statali saranno ridotti e assegnati con gare e i prezzi dell’energia si calcoleranno facendo una media tra quelli fissati dall’autorità e i valori finanziari
Basta con il sostegno pubblico alle energie rinnovabili. La Commissione europea ha deciso di chiudere i rubinetti per questo settore per fare in modo che in futuro si sostenga soltanto con le proprie forze. “È ora che le rinnovabili si uniscano al mercato”, ha detto il commissario alla Concorrenza, Joaquin Almunia. “Le nuove linee guida forniscono un quadro di riferimento per definire un sistema di supporto pubblico più efficiente che riflettano le condizioni di mercato, in modo pragmatico e graduale”, ha aggiunto. Secondo il commissario “l’Europa dovrebbe cogliere i suoi ambiziosi obiettivi in tema di energia e clima al costo più basso possibile per i contribuenti e senza indebite distorsioni per la competizione nel Mercato unico. Ciò contribuirà a rendere l’energia più affidabile per cittadini e aziende europee”.
Per la Commissione le rinnovabili “hanno ricevuto pesanti aiuti pubblici negli ultimi anni grazie a tariffe fisse” non collegate agli effettivi costi del settore, e questo avrebbe “incoraggiato la crescita del settore” ma anche “creato distorsioni al mercato”.
Le linee guida prevedono, dopo una fase pilota nel 2015 e nel 2016, la graduale introduzione di gare per l’assegnazione dei contributi pubblici e poi la sostituzione delle ‘Feed in tariff’, in cui lo Stato stabilisce per un certo numero di anni per un prezzo per le rinnovabili superiore a quello di mercato, con le ‘Feed in premium’, in cui il prezzo si calcola mediando tra valore di mercato e un premio fissato dall’autorità pubblica, ovvero lo schema usato in Italia per il fotovoltaico con il Conto energia. Le nuove regole però, specifica Bruxelles, “non influenzeranno i sistemi di incentivazione già presenti e approvati con le regole esistenti”.
Secondo i piani dell’esecutivo comunitario la riduzione degli incentivi per le rinnovabili determinerà un abbassamento del carico fiscale sui settori che hanno il più alto consumo di energia e che saranno indicati dalla Commissione a livello Ue, e non su base nazionale, in modo da evitare distorsioni all’interno del mercato europeo. Gli aiuti al settore delle rinnovabili sono quasi sempre finanziati largamente con maggiori contributi da parte di settori a più alto consumo energetico, e quindi considerati anche meno ecologici.