Di Francesco Chiappini, Flavia Cervelli e Gaia Cellante
L’impegno de Lo Spiegone nel seguire le attività dell’Unione europea è stato centrale negli anni passati. Attraverso le analisi e gli approfondimenti della redazione Europa, abbiamo affrontato le principali tematiche dell’agenda europea, abbiamo seguito vertici politici e raccontato gli appuntamenti elettorali fondamentali come le elezioni del Parlamento europeo del 2019. Lo abbiamo fatto per apportare maggiore chiarezza su una realtà sempre più influente come quella dell’Unione europea, a dispetto del fatto che venga a volte descritta quasi come un mero elemento di politica estera degli Stati che ne fanno parte. Nel 2021, faremo di più: vi racconteremo in modo ancora più dettagliato degli avvenimenti e delle decisioni prese tra Strasburgo e Bruxelles.
Quale ruolo per l’UE nel 2020?
Il 2020 è stato l’anno di una ritrovata centralità dell’Unione europea e delle sue istituzioni. Già all’inizio dell’anno, il calendario istituzionale e l’agenda politica prevedevano importanti appuntamenti come la definizione del bilancio pluriennale 2021-2027 e i negoziati per l’accordo su Brexit, quando la pandemia da Covid-19 ha stravolto i programmi e le priorità da affrontare.
Sebbene gli Stati membri siano stati in prima linea nel gestire la crisi sanitaria ed economica che ne è seguita, le istituzioni europee, e in particolare la Commissione, hanno avuto un ruolo centrale nell’offrire strumenti concreti di supporto e nel coordinare le politiche nazionali. Il fondo SURE, una sorta di cassa integrazione europea per la tutela dei posti di lavoro a rischio a causa della pandemia, è stato uno dei primi strumenti di aiuto messi in campo. Inoltre, sono state modificate alcune norme per l’utilizzo dei fondi strutturali e degli aiuti di Stato per favorire l’utilizzo nella situazione emergenziale. A luglio, è stato presentato il Recovery Fund o Next Generation EU – uno strumento finanziario da 750 mld di euro parallelo alle risorse messe per il Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027.
Perché un osservatorio UE?
Ciò che emerge dall’informazione sui temi europei è spesso la punta dell’iceberg: le dichiarazioni politiche conclusive, gli incontri a più grande impatto mediatico. Dietro tutto ciò, dietro i risultati proclamati, c’è un mondo fatto di proposte e negoziati, di procedure da seguire, di risorse da destinare. Per questo Lo Spiegone ha deciso di dare vita a un nuovo progetto: un osservatorio interamente dedicato alle attività delle istituzioni europee per seguire l’evoluzione delle principali politiche.
Cosa dobbiamo aspettarci dall’UE nel 2021?
Il 2020 è stato l’anno in cui le istituzioni dell’UE hanno messo da parte diversi progetti per poter gestire al meglio l’emergenza sanitaria e le conseguenze economiche e sociali che essa ha provocato. Secondo quanto dichiarato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il 2021 sarà l’anno in cui l’agenda UE tornerà a includere le priorità originarie, ma non solo. La pandemia – e il modo in cui gli Stati membri e le istituzioni europee l’hanno gestita – hanno fatto crescere, soprattutto nella Commissione, la convinzione che sia arrivato il momento di muovere qualche passo anche per quanto riguarda la sanità.
Il Green Deal europeo
Fin dal suo insediamento, la Commissione ha posto il Green Deal europeo come il suo obiettivo più ambizioso. Tale strategia dovrebbe portare l’Unione europea a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Per ottenere questo risultato, il patto prevede interventi massicci su praticamente tutti i settori dell’economia degli Stati membri.
Sono tanti, quindi, gli aspetti di cui l’UE dovrà occuparsi per dare seguito al progetto. Finora la Commissione ha presentato ufficialmente alcune proposte di legge che al momento si trovano in fase di discussione nel Consiglio e nel Parlamento. Tra queste, le più importanti sono l’European Climate Law, che renderà obbligatorio e vincolante l’obiettivo della neutralità climatica, e il Just Transition Fund, per tutelare quelle categorie di lavoratori che verranno messe in difficoltà dalla transizione green dell’economia. Nel 2021 la Commissione intende presentare molte altre proposte.
La sfida della digitalizzazione
“Un’Europa pronta per l’era digitale” è un’altra delle priorità segnalate dalla Commissione per il quinquennio 2019-2024. Importanti nel quadro della strategia digitale saranno la legge sui servizi digitali e la legge sui mercati digitali, entrambe fondamentali per poter creare uno spazio europeo sicuro e per garantire mercati equi e aperti. Ma il processo di digitalizzazione europea toccherà anche altri aspetti: dallo sviluppo delle reti 5G in tutti gli Stati membri alla cybersicurezza, ma anche iniziative per accrescere le competenze digitali dei giovani e investimenti dedicati all’intelligenza artificiale.
Verso un’Unione sanitaria europea
La pandemia da Covid-19 e le ripercussioni che essa ha avuto sui sistemi sanitari degli Stati membri hanno anche stimolato un dibattito su come le istituzioni europee dovrebbero, o potrebbero, agire nell’ambito della sanità. Von der Leyen, nel suo primo discorso sullo stato dell’Unione, ha dichiarato che proprio a partire dall’emergenza vissuta nell’ultimo anno l’Europa deve costruire un’Unione europea della salute più forte. A partire dal programma EU4Health, nei prossimi anni istituzioni europee e Stati membri dovranno lavorare per rafforzare la preparazione dell’UE alle minacce sanitarie che coinvolgano più Paesi, rafforzare i sistemi sanitari e rendere i medicinali e i dispositivi medici più accessibili per tutta la popolazione.
Come funzionerà l’osservatorio?
Nel 2021 seguiremo l’attività delle istituzioni europee tenendo sempre presenti i nostri principi di slow journalism: fornire un’informazione completa e al passo con gli eventi, ma che non si appiattisce nella corsa alla notizia. Vogliamo farlo perché, in questo momento di rilancio delle istituzioni europee, è fondamentale conoscere l’UE non come un summit tra Stati che prendono decisioni, ma come un attore politico su scala continentale e globale.
L’Unione è, infatti, un soggetto politico composto non solo da governi, ma dotato di un proprio esecutivo – la Commissione – e di un Parlamento democraticamente eletto da più di 400 milioni di aventi diritto: tale peculiarità rende le elezioni europee una delle più imponenti prove di democrazia rappresentativa al mondo. Nel 2021 osserveremo più da vicino questo intreccio complesso di attori istituzionali seguendo le attività che precedono l’adozione di direttive, regolamenti, decisioni e risoluzioni, analizzando questi atti e raccontandoli a voi lettori e lettrici. Non saremo soli: sul nostro sito e sui nostri canali social vi offriremo interviste a specialisti e protagonisti della politica europea.
(Approfondimento a cura de Lo Spiegone. Vai sul loro sito per leggere tutto il testo)