Bruxelles – Il 2,8 per cento del totale. Questa è la porzione della spesa sanitaria complessiva mediamente riservata nel 2018 dal settore pubblico e dai privati alla prevenzione delle patologie più gravi all’interno dell’Unione Europea. Lo rivelano i dati Eurostat, che ha fornito anche le cifre relative a tutti i 27 Paesi membri. Si tratta di cifre assolute, che prescindono da una valutazione dell’efficienza della spesa.
Nella comparazione tra Stati è l’Italia a far segnare la quota più alta, con il 4,4 per cento della spesa sanitaria totale destinata alle cure preventive, seguita dalla Finlandia (4 per cento), Estonia, Paesi Bassi e Svezia (che hanno fatto registrare il 3,3 per cento). Si attestano invece in coda alla classifica Grecia, Cipro e Slovacchia, con l’1,3 per cento, e la Slovacchia, che con lo 0,8 per cento si allontana ulteriormente per il quarto anno consecutivo da 2,1 per cento registrato nel 2015.
La classifica sulla spesa in prevenzione cambia, tuttavia, se il capitolo di spesa viene rapportato alla popolazione nazionale. L’Italia scende all’ottavo posto, con i 112 euro a persona, un dato sempre in crescita negli anni e ben sopra agli 82 euro spesi mediamente nell’UE. I Paesi che spendono di più in rapporto al numero di cittadini si concentrano nel nord Europa: Svezia (165 euro), Finlandia (152), Germania (148) e Paesi Bassi (146). Nella parte opposta dell’istogramma si collocano la Slovacchia e la Romania con 8 euro l’anno spesi a persona (in Slovacchia nel 2015 erano 21).
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Essendo relativi al 2018 le statistiche non tengono conto degli effetti della pandemia di Covid-19 sull’importo destinato alla prevenzione da parte di ciascuno Stato membro.