L’Unione europea va alla guerra dei prosciutti e si prepara a dare battaglia contro lo stop russo all’import di carne suina e derivati da tutti i Paesi Ue. Bruxelles si è rivolta all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) contro la decisione di Mosca di chiudere, da fine gennaio, il suo mercato alla carne di maiale proveniente dall’Europa, basandosi su quattro casi isolati di febbre africana suina trovati ai confini tra Lituania/Polonia e Bielorussia. Una misura che sta danneggiando non poco il settore europeo (da 1,4 miliardi di euro l’anno) per cui la Russia da sola rappresenta la destinazione di circa un quarto di tutte le esportazioni.
Le discussioni bilaterali di questi mesi tra Bruxelles e Mosca non hanno dato risultati, così Bruxelles ha deciso di aprire un caso presso l’Organizzazione mondiale del commercio, chiedendo consultazioni formali con la Russia, che in questi mesi ha continuato a importare prodotti dalla Bielorussia e recentemente dall’Ucraina, nonostante siano stati segnalati casi di febbre suina africana proprio in questi Paesi. Con la decisione di rifiutare invece le importazioni da Paesi Ue non toccati dalla malattia, denuncia l’Ue, la Russia mostra di applicare doppi standard.
“Il bando sulla carne suina europea è chiaramente sproporzionato a contrario alle regole del Wto” denuncia il commissario europeo al commercio, Karel De Gucht, spiegando che dopo di settimane di dialoghi con la Russia “non abbiamo visto assolutamente alcun progresso”. Nonostante “negoziati intensivi, i nostri partner russi continuano a rifiutare le nostre proposte che consentirebbero tutte le esportazioni di maiali, eccetto quelle dall’area contagiata”, aggiunge il commissario Ue alla salute, Tonio Borg. La Commissione, assicura, ha già messo in atto una serie di controlli per contenere il virus “che probabilmente viene dalla Russia stessa” e questo bando sproporzionato che “sta avendo un notevole impatto finanziario” sul settore “non può rimanere incontrastato”.
Le consultazioni dalla a Russia e Ue l’opportunità di discutere la questione e trovare una soluzione entro 60 giorni. Se in questo arco di tempo non sarà trovata l’Ue può richiedere al Wto di di istituire un comitato che si pronunci sulla legittimità delle misure imposte della Russia.
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