Bruxelles – Comunque vada, bisogna ripulire l’aria che respiriamo. L’Unione europea, se vorrà lasciarsi alle spalle il COVID-19 in maniera definitiva, deve abbattere l’inquinamento atmosferico, e deve farlo adesso perché altrimenti le vittime da Coronavirus non conteggiate con l’attuale pandemia, verranno conteggiate più avanti. E’ quanto messo in luce dallo studio su qualità dell’aria e pandemia realizzato dal servizio ricerche del Parlamento europeo su richiesta della commissione Ambiente e salute.
Sebbene i dati attuali siano “troppo limitati per essere certi” della correlazione tra COVID e inquinamento, e nonostante il contributo quantitativo dell’inquinamento atmosferico alla malattia sia “ancora molto incerto”,dalle informazioni a disposizione “stanno emergendo prove che le persone che vivono in aree ad alto inquinamento potrebbero essere più spesso infettate da SARS-CoV-2 e più spesso sviluppare COVID-19 una volta che si verificano focolai della malattia”.
Anche per questo lo studio invita alla “di cautela sui postumi di malattie a lungo termine nei sopravvissuti a COVID-19“. Gli accertamenti preliminari induce a ritenere che i pazienti risultati positivi al Coronavirus “potrebbero essere a maggior rischio di sviluppare malattie croniche dell’apparato respiratorio, cardiovascolare e del cervello”. Chi sopravvive oggi, potrebbe dunque essere comunque a rischio salute domani.
Oltre ai rischi per l’avvenire, ci sono quelli per l’immediato. E’ stato provato che l’inquinamento atmosferico provoca malattie croniche come asma, broncopolmonite ostruttiva cronica (BPCO), cancro ai polmoni, malattie cardiache e diabete. Molte di queste condizioni predispongono a ricoveri COVID-19, ricoveri in terapia intensiva e decessi. “Solo per questo motivo – viene denunciato dai ricercatori del Parlamento europeo – vi è seria preoccupazione per gli impatti negativi dell’inquinamento atmosferico sulla pandemia COVID-19“. Per questo motivo, a detta dei realizzatori dell’analisi, “è probabile che le politiche che proteggono la popolazione dagli effetti dell’inquinamento atmosferico proteggano anche contro i decessi del COVID-19 eventualmente attribuibili all’inquinamento atmosferico”.
La raccomandazione che ne deriva per tutti i governi e le autorità locali è dunque quella di intervenire per rendere l’aria urbana e degli spazi aperti più sana e respirabile. Questo implica un’accelerazione delle azioni già predisposte in materia di sostenibilità, e il green deal europeo dovrebbe farsi carico di questa rinnovata esigenza eco-compatibile con la tutela della salute umana.
Nel dubbio, dunque, è bene agire. Dal Parlamento europeo arriva quindi un’ulteriore raccomandazione in tal senso. Dato che inquinamento atmosferico e COVID “probabilmente” influenzano più negativamente le popolazioni svantaggiate a causa di esposizioni più elevate e maggiore vulnerabilità, le azioni per mitigare gli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico e del COVID-19 “dovrebbero essere rivolte in particolare ai gruppi svantaggiati, dove la necessità è maggiore”.