Bruxelles – Un videomessaggio registrato in tedesco (senza traduzione) con pochi giornalisti televisivi (tedeschi) presenti e nessun avviso per quelli assenti. Così la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha scelto di commentare nel tardo pomeriggio di oggi gli eventi che la scorsa notte hanno fatto da cornice alla certificazione della vittoria di Joe Biden alla Casa Bianca, con l’assalto dei sostenitori di Trump al Campidoglio americano per bloccare questo passaggio istituzionale solo formale.
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Una scelta non comprensibile da parte della presidente tedesca, che attira diverse critiche nella “bolla” dei giornalisti europei che lavorano a Bruxelles. Da quando la pandemia a marzo ha “serrato” gli ingressi delle Istituzioni Ue ai giornalisti, sono state infatti rare le occasioni per porre domande direttamente alla presidente, che è diventata “sfuggente” dalla sala stampa molto più degli altri due vertici europei, Sassoli e Michel. Ma è poco comprensibile anche perché non si è limitata solo a commentare gli eventi della notte (“Quello che è successo ieri a Washington è tanto spaventoso quanto oltraggioso”) ma ha posto anche le basi per una discussione sui futuri rapporti tra Unione Europea e Stati Uniti nella nuova era democratica di Biden. Per questo non è comprensibile il perché abbia scelto di rivolgersi in tedesco e a un pubblico (anche di cittadini europei) molto più limitato del solito. Solo dopo un paio d’ore è apparsa una nuova versione del video, con i sottotitoli in inglese.
Quanto ai contenuti, von der Leyen ha ricordato che ora il presidente Biden – prossimo all’insediamento il 20 gennaio – “ha un compito arduo davanti a sé: deve portare la pace e l’unità, deve superare profonde divisioni” non solo con l’Europa ma anche quelle interne. Qui ricorda le questioni impellenti che Bruxelles spera di poter affrontare nei prossimi mesi e anni non da sola, ma di nuovo al fianco di Washington, ricucendo i rapporti destabilizzati da quattro anni di amministrazione Trump: pandemia e sfide ad essa collegata, come affrontare la crisi economica globale; la protezione del clima; la digitalizzazione e “soprattutto – aggiunge la tedesca – capire come rafforzare la democrazia”. Multilateralismo, clima, sicurezza, il ruolo della NATO, tutti elementi già menzionati a più riprese a cui si aggiunge, dopo l’ultima notte, anche l’impegno a parlare del futuro delle democrazie occidentali, a cui evidentemente non manca qualche pecca.
Rispondendo a una domanda si sbilancia nel dire che “ogni presidente è responsabile delle sue parole” e che quanto accaduto ieri notte è la dimostrazione del fatto che “le parole si trasformano in fatti”. Ha aggiunto che una delle questioni che andranno affrontate insieme è la lotta alla disinformazione, anche sfruttando il ruolo delle piattaforme online e dei social network che “sono obbligati a rimuovere” le fake news. Questa notte, ad esempio, Twitter ha deciso di limitare la possibilità di condividere i tweet in cui Trump sosteneva ancora le sue accuse di brogli e irregolarità sulle elezioni di novembre per “violazione dell’integrità civica” e dopo aver chiesto al presidente uscente di rimuoverli, il suo account è stato sospeso per 12 ore così come anche Facebook ha fatto più o meno la stessa cosa rimuovendo i post di Trump e sospendendolo per 24 ore.