Bruxelles – La buona notizia è che la quota di energia pulita per i trasporti è aumenta, la cattiva notizia è che gli obiettivi che l’UE si è posta per il 2020 non saranno raggiunti da tutti. Entro il 2020 ci si era impegnati ad avere un sistema di trasporti alimentato per almeno il 10% da alternative ai tradizionali combustibili fossili. Bio carburanti ed elettrico, o ancora motori ibridi, alcune delle soluzioni per autovetture e autobus urbani. Se i dati Eurostat suggeriscono un passo avanti a livello UE, gli stessi mostrano diverse velocità e variegate virtù.
La quota media di energia da fonti rinnovabili nei trasporti è aumentata dall’1,6% nel 2004 all’8,9% nel 2019. Merito della trazione sostenibile di Paese come Svezia (30,3%), Finlandia (21,3%) e Paesi Bassi, gli unici ad aver già raggiunto e ampiamente superato gli obiettivi di riconversione della mobilità. L’altra faccia della medaglia è però quella mostrata da Grecia e Lituania (4%) e Cipro (3,3%), ancora molto lontani dagli obiettivi comuni.
Bene l’Italia, che da una quota di energia rinnovabile nel consumo di carburante per i trasporti pari ad appena l’1,2% nel 2004, si attesta ora attorno all’8%. Non è chiaro come e quanto la pandemia di COVID nel 2020 abbia influito sugli impegni per una mobilità a basse emissioni, se cioè gli investimenti per il rinnovamento dei parchi auto e delle flotte di bus si sia interrotto. Certamente occorrerà continuare a insistere nel 2021.