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    Home » Politica » Bilancio pluriennale, risorse proprie e condizionalità dello stato di diritto: l’Eurocamera approva “l’accordo storico”

    Bilancio pluriennale, risorse proprie e condizionalità dello stato di diritto: l’Eurocamera approva “l’accordo storico”

    Voto definitivo del Parlamento per sbloccare le risorse del Bilancio a lungo termine (2021-2027) e del Recovery Fund, che per l'Italia vale quasi 209 miliardi per la ripresa economica. La Lega si astiene. Sassoli: "Un bilancio storico per un momento storico"

    Fabiana Luca</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@fabiana_luca" target="_blank">@fabiana_luca</a> di Fabiana Luca @fabiana_luca
    16 Dicembre 2020
    in Politica

    Bruxelles – Semaforo verde dal Parlamento europeo all’intero pacchetto di ripresa dalla crisi Covid-19, che comprende il prossimo Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 (approvato con 548 voti favorevoli, 81 contrari e 66 astenuti); l’accordo inter-istituzionale per introdurre nuove risorse proprie dell’Ue (550 voti a favore, 72 contrari e 73 astenuti) e il nuovo regolamento sullo Stato di diritto, adottato in seconda lettura senza voti perché privo di emendamenti.

    Dopo aver superato lo stallo imposto da parte di Ungheria e Polonia la scorsa settimana, oggi l’Eurocamera in seduta plenaria ha adottato in tempi straordinariamente rapidi (e vicini alla scadenza del 31 dicembre) il Bilancio europeo per i prossimi sette anni, a cui si àncora un pacchetto di ripresa senza precedenti che l’Europa mette in campo per fronteggiare la crisi Covid. Dal Quadro finanziario pluriennale (2021-2027 QFP) arriveranno 1.074 miliardi di euro per sette anni, risorse legate ad altri 750 miliardi tra prestiti e sovvenzioni dello strumento per la ripresa Next Generation Eu. Risorse a cui – nei negoziati trilaterali – si sono aggiunti ulteriori 15 miliardi di euro per rinforzare i ‘programmi faro’ dell’UE (UE per la salute, Orizzonte Europa, Erasmus +, Fondo per la gestione integrata delle frontiere, Frontex, InvestEU, Diritti e valori, Europa creativa, Aiuto umanitario e NDICI) e un miliardo per rafforzare la risposta di bilancio a eventi imprevisti. “Un bilancio storico per un momento storico”, commenta il presidente dell’Europarlamento, David Sassoli, dopo i risultati del voto in plenaria. “Con questo voto può partire il Piano Marshall europeo per uscire dalla drammatica crisi generata dal COVID, e porre le basi di un nuovo inizio: un’Europa più verde e più giusta”.

    Oltre al Bilancio a lungo termine e Next Generation Eu, questo ‘Piano Marshall’ a cui fa cenno il presidente Sassoli introduce un paniere di nuove risorse proprie, ovvero le entrate fiscali dell’UE, nel corso del prossimo QFP, che dovrebbero essere almeno sufficienti a coprire i futuri costi di restituzione del debito che la Commissione emetterà per finanziare il Next Generation Eu. Infine, non per importanza, si introduce in maniera inedita un meccanismo vincolante di condizionalità sullo stato di diritto legato ai fondi di bilancio, per proteggerne in sostanza le risorse da chi non rispetta la democrazia europea. 

    David Sassoli e Michael Roth (a nome della presidenza tedesca) firmano il Regolamento sullo stato di diritto

    Uno dei punti che stavano più a cuore alla Commissione e al Parlamento era garantire che i beneficiari reali dei programmi europei – quindi gli studenti, i cittadini, gli agricoltori o le ONG – fossero tutelati, senza rischiare di perdere i finanziamenti a causa delle azioni dei loro governi. Grazie al compromesso raggiunto potranno presentare un reclamo alla Commissione attraverso una piattaforma web, che li assisterà per continuare a ricevere gli importi che gli spettano. Il regolamento dello stato di diritto è parte integrante del nuovo ciclo di bilancio di sette anni e dunque si applicherà come il bilancio a partire dal primo gennaio 2021.

    Con il voto di oggi, l'@Europarl_IT ha adottato un bilancio storico per un momento storico. Che pone le basi di un nuovo inizio: per un'Europa più verde e più giusta.

    Adesso è il momento di avere il coraggio politico e ideale di realizzare questa trasformazione radicale. pic.twitter.com/RysxSF023a

    — Roberta Metsola (@EP_President) December 16, 2020

    Italiani al Parlamento Ue votano divisi, Lega e Fratelli d’Italia si astengono

    Tra i deputati italiani all’Europarlamento sul prossimo Bilancio si è astenuta tutta la delegazione della Lega, che fa parte del gruppo parlamentare di Identità e Democrazia. Sul voto sulle nuove risorse proprie, invece, si sono astenuti sia i deputati della Lega che quelli di Fratelli d’Italia, dentro il gruppo dell’ECR (Conservatori e riformisti).

    Nessuna sorpresa. Prima ancora che i risultati dei voti fossero resi noti, la Lega in Europa aveva annunciato la decisione di astenersi, suscitando le critiche degli ex alleati di governo del Movimento 5 Stelle. “Da tempo la Lega evidenzia, inascoltata, le criticità del Qfp 2021-2027 che penalizzano l’Italia, contributore netto dell’Ue: ogni incremento equivale a un aumento dell’assegno che ogni anno gli italiani firmano a Bruxelles”, hanno scritto in una nota gli eurodeputati del Carroccio Marco Zanni, (presidente gruppo ID), Matteo Adinolfi, Anna Cinzia Bonfrisco, Francesca Donato, Antonio Maria Rinaldi, Annalisa Tardino, Valentino Grant. Hanno motivato così l’astensione su entrambi i dossier – Qfp e nuove risorse proprie – “considerando questo risultato l’ennesima occasione persa da questa Europa per dare risposte concrete ed efficaci ai cittadini”. Immediata la replica del Movimento. “L’astensione della Lega al pacchetto economico europeo che comprende il Recovery Fund è una pugnalata al futuro dell’Italia”, commenta la capodelegazione Tiziana Beghin, domandandosi retoricamente “come si fa ad astenersi su 209 miliardi di euro che verranno investiti nel nostro Paese, una buona parte dei quali sono a fondo perduto?”. L’Italia è infatti il maggior beneficiario del fondo di ripresa europeo, con 208,4 miliardi di euro previsti (81,4 miliardi in sussidi e 127,4 di prestiti)

    Parola ai Parlamenti nazionali sulle risorse proprie

    Stabilito un calendario giuridicamente vincolante sulle nuove tasse dell’UE – da introdurre tra 2021 e 2027 – ora l’ultima parola spetta ai Parlamenti nazionali. Dopo il via libera formale dell’Eurocamera, il Consiglio dovrà formalmente approvare il regolamento QFP e l’accordo interistituzionale (ma sono passaggi ormai formali) che saranno poi pubblicati nella Gazzetta ufficiale UE ed entreranno in vigore a partire dal primo gennaio. Rimane in ballo la ratifica della decisione sulle nuove risorse proprie che spetterà anche ai Parlamenti nazionali degli Stati membri. La partenza è prevista al primo gennaio 2021.

    Tags: bilancio 2021-2027parlamento europeoQfprisorse propriestato di diritto

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