Bruxelles – La crisi morde. La pandemia di Coronavirus con tutto ciò che ne è derivato – confinamento, cassa integrazione, chiusura di attività commerciali, azzeramento del turismo – mette in difficoltà il tessuto economico. Famiglie e le imprese, in particolare quelle di piccola e media dimensione, hanno riscontrato problemi finanziari e le banche, a loro volta, sono esposte. I crediti deteriorati, vale a dire i prestiti di cui si fa fatica a rientrare, aumentano. La Commissione europea allora cerca di correre ai ripari con una comunicazione agli Stati membri.
Per risolvere il problema alla radice servono creazione di posti di lavoro e politiche che favoriscano l’imprenditorialità. Tutte competenze degli Stati membri. In attesa di interventi sul mercato del lavoro, l’UE cerca di intervenire sul fronte bancario, per scongiurare il rischio di crisi nel settore creditizio.
Una dei suggerimenti agli Stati è la creazione di ‘bad bank’, istituti che si fanno carico di ‘ripulire’ le banche con crediti divenuti inesigibili. Si ‘acquistano’ i prestiti in difficoltà, alleviando le sofferenze bancarie e rendendo possibile anche di liberare capitale da prestare a famiglie e imprese. L’obiettivo di questa iniziativa, spiega il commissario per i Servizi finanziari, Mairead McGuinness, è proprio quello di “garantire che i cittadini e le imprese europee continuino a farlo ricevere sostegno dalle loro banche è una priorità assoluta per la Commissione”.
Nella sua comunicazione l’esecutivo comunitario non le chiama ‘bad bank’, le chiama “società nazionali di gestione patrimoniale”, considerate “molto efficaci nel liberare le banche dall’onere di elevati crediti deteriorati”. Bruxelles si dice pronta a “sostenere gli Stati membri nella costituzione di queste società, se lo desiderano, ed esplorare i meriti della creazione di una rete di società di gestione patrimoniale a livello UE”.
“La storia ci mostra che è meglio affrontare i prestiti in sofferenza in modo tempestivo e deciso, soprattutto se vogliamo che le banche continuino a sostenere le imprese e le famiglie”, sottolinea il vicepresidente per un’Economia al servizio delle persone, Valdis Dombrovskis, convinto che la strategia di fresca realizzazione “contribuirà a una ripresa rapida e sostenibile dell’Europa, aiutando le banche a scaricare questi prestiti dai loro bilanci e mantenere il flusso di credito”.
La Commissione richiama quindi l’attenzione sul recovery fund, che tra le altre cose dovrà servire a interventi di messa in sicurezza del sistema bancario europeo e, quindi, dei vari sistemi nazionali. Il fondo per la ripresa dell’UE, si precisa, “incentiverà e sosterrà le riforme per ridurre i crediti deteriorati, in particolare per migliorare l’efficienza dei quadri nazionali in materia di insolvenza e dei sistemi amministrativi e giudiziari”. Si chiedono dunque riforme bancaria, della pubblica amministrazione e della giustizia per l’erogazione di una parte dei fondi.