Bruxelles – I negoziatori del Parlamento, del Consiglio e della Commissione Europea hanno approvato ieri (7 dicembre) un compromesso per rendere il Registro per la trasparenza de facto obbligatorio per tutti i cosiddetti ‘portatori di interesse’, ovvero le lobby. Il registro per la trasparenza raccoglie i dati delle organizzazioni che cercano di influenzare il processo legislativo, quindi le lobby. Funziona come una banca dati in cui sono raccolte le informazioni sugli interessi perseguiti, su chi li persegue e con quali risorse finanziarie. Ma al momento le tre istituzioni europee hanno regole diverse tra loro e sono alla ricerca di un approccio comune sul tema della trasparenza. Dopo mesi di stallo, i negoziatori delle tre istituzioni europee hanno trovato un accordo in via provvisoria sul principio di condizionalità, che renderà la registrazione al Registro un prerequisito per i cosiddetti portatori di interessi per svolgere le loro attività. L’ultimo tassello rimanente per dar vita a un Registro obbligatorio.
“La condizionalità sarà la pietra angolare del registro per la trasparenza rafforzato, che si applicherà a tutte le istituzioni in modo equivalente. I cittadini saranno rassicurati sul fatto che l’interazione dei lobbisti con i principali responsabili delle decisioni nell’Unione sarà trasparente e soggetta al controllo pubblico”, ha spiegato la Commissaria ai Valori e Trasparenza, Vera Jourova. Proprio la Commissione europea nel 2016 ha proposto un accordo interistituzionale per tutti rappresentanti di interessi che coprono l’area europea tra Parlamento, Consiglio e Commissione Europea, su cui si basa il compromesso raggiunto ieri.
“Una maggiore trasparenza è fondamentale per il funzionamento dell’Unione europea”, ha aggiunto il ministro tedesco agli Affari europei che detiene la presidenza di turno al Consiglio. Berlino “è pienamente impegnata a rafforzare la trasparenza introducendo un nuovo Registro per la trasparenza a livello UE”, ha assicurato, anche se manca il via libera da parte degli Stati membri. “Ci auguriamo che uno spirito di comprensione reciproca e di compromesso apra la strada ad una finalizzazione formale e all’adozione dell’intero pacchetto prima della fine dell’anno”, ha aggiunto. Il compromesso provvisorio raggiunto sulla condizionalità servirà a dare l’ok definitivo all’accordo generale, che poi dovrà essere adottato singolarmente dalle tre istituzioni. I negoziatori sperano di trovare l’accordo finale entro fine 2020.