Bruxelles – Sono sette le decisioni di infrazione che, a vari livelli, hanno riguardato l’Italia nel mese di dicembre. La Commissione ha richiamato il Bel Paese in sei lettere di costituzione in mora (di cui due supplementari) , nelle quali ha chiesto maggiori informazioni sulla mancata applicazione delle norme europee, e in un parere motivato, con cui Bruxelles chiede formalmente di conformarsi agli obblighi dell’ordinamento europeo.
Oltre all’avvio della procedura sulle concessioni balneari, che riporta alla luce le pratiche scorrette sulla proroga delle autorizzazioni già rilevate dalla Corte di Giustizia Europea nel 2016, nella relazione dicembrina che comprende 51 lettere di messa in mora, 28 pareri motivati e 7 rinvii in totale, la Corte la Commissione ha bacchettato il comportamento dell’Italia in diversi ambiti.
In riferimento alle gallerie stradali, il parere motivato prodotto dalla Commissione, intima l’Italia e altri stati membri, di dare piena attuazione alla direttiva del 2004 sui tunnel delle reti stradali transeuropee che superano i 500 metri di lunghezza. Gli stati membri menzionati dovranno conformarsi agli standard che la direttiva prevede in varie materie, tra cui le uscite d’emergenza, le colonnine di soccorso, i livelli di ventilazione e illuminazione adeguati. La lettera di costituzione in mora inviata nell’ottobre 2019 non è stata considerata sufficiente a indurre l’Italia a conformarsi agli obblighi europei. Adesso Roma avrà due mesi di tempo per rimediare.
Una nuova procedura di infrazione riguarderà l’Italia per il mancato adempimento della decisione quadro in tema di mandato d’arresto europeo per l’istituzione di un sistema semplificato di consegna delle persone condannate o sospettate tra gli stati membri alternativo alle lunghe procedure di estradizione. Il trattamento più sfavorevole corrisposto per le procedure di mandato d’arresto dei cittadini degli altri stati membri obbliga l’Italia (e altri Paesi tra cui la Polonia, la Repubblica Ceca e l’Austria) a fornire informazioni entro i prossimi due mesi sulla mancata attuazione della decisione adottata dal Consiglio nel 2002.
Entro gli stessi termini le autorità italiane dovranno rimediare anche alla mancata messa a punto della strategia nazionale di riqualificazione a lungo termine richiesta entro il 10 marzo 2020 da una direttiva del 2010 sull’efficienza energetica degli edifici. “Si tratta di un passaggio importante, dal momento che il settore immobiliare è il principale per consumo di energia e contribuisce all’emissione del 36% dei gas serra”, si legge nella relazione. La direttiva si prefigge di decarbonizzare tutti gli immobili europei entro il 2050.
Una situazione analoga riguarda il settore dei telepass autostradali. L’Italia (insieme all’Ungheria) non si è ancora pienamente adeguata agli obblighi di concorrenza per la realizzazione del mercato del Telepedaggio europeo. L’attuale condizione del settore in Italia non permetterebbe agli altri fornitori europei di accedere liberamente al mercato dei pedaggi.
Con una lettera di messa in mora supplementare la Commissione interpella inoltre l’Italia sulla protezione dei lavoratori nel settore pubblico, poiché “non sempre sono sufficientemente protetti contro l’eccessivo ricorso al rinnovo dei contratti a tempo indeterminato e contro le discriminazioni”. La questione riguarderebbe in particolare gli insegnanti, gli operatori della sanità, i docenti degli istituti d’arte, musica e danza e i volontari del corpo dei vigili del fuoco. Le motivazioni fornite dall’Italia dopo la prima lettera di costituzione in mora di luglio 2019 non hanno soddisfatto la posizione sull’argomento della Commissione, che ora si aspetta un impegno maggiore in merito.
Di lettera supplementare di costituzione in mora si parla anche in riferimento alla sorveglianza delle risorse idriche minacciate dall’uso dei nitrati nell’agricoltura. Il sistema di sorveglianza e di individuazione delle aree sensibili non è stato giudicato soddisfacente da Bruxelles, che aveva sollevato la questione già a novembre 2018. “Alcuni progressi sono stati compiuti, ma servono ulteriori misure per risolvere i problemi che persistono”, sostiene Bruxelles.