Roma – Il patto di stabilità e crescita “deve essere riformato, non riavvolgeremo il film del passato”. David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo nel suo keynote speech all’evento How can we govern Europe 7, rilancia l’agenda del 2021 avvertendo “chi pensa che dopo il Covid tutto tornerà come prima”. Allo stallo del bilancio e i veti di Polonia e Ungheria dedica il secondo appunto: “sullo stato di diritto non ci fermeremo, l’Europa non è un bancomat ma prima di tutto un sistema di valori”.
Serve “una nuova Europa”, passato il forte vento sovranista e nazionalista “i nostri cittadini ci chiedono questo”, una conferma è arrivata dalla risposta che le istituzioni hanno dato per affrontare la crisi sanitaria ed economica. “Siamo in attesa di sapere cosa sarà del nostro futuro, facciamo un gran tifo per i vaccini ma non è esclusa una terza ondata e poi ci saranno le conseguenze”.
Sassoli entra nel vivo del dibattito sulle regole di bilancio: “Quando si spende si fa debito” ma la strada da percorrere non è quella di guardare indietro. “Il patto di stabilità e crescita è sospeso ma se si tornasse alle vecchie regole il 31 dicembre del 2021, sarebbe una mazzata alla ripresa dei nostri Paesi e anche alle capacità del Recovery plan proprio nel mezzo della sua attuazione”. Per il presidente dell’Eurocamera questa “sarà la battaglia del prossimo anno, quel patto deve essere riformato, le regole degli ultimi dieci anni non funzionano più. Sappiamo che hanno prodotto forti disuguaglianze e non vogliano che accada nuovamente”.
Guardando all’immediato al Consiglio europeo della prossima settimana, l’auspicio è che i colloqui della presidenza tedesca con i governi di Polonia e Ungheria possano superare i veti al bilancio. “Siamo molto preoccupati, un impasse e il blocco della partenza dei meccanismi di ripresa significherebbe ricominciare da capo e mettere a rischio la ripresa dei nostri Paesi”. Tuttavia Sassoli avverte i due Paesi, “riflettano, perché quei meccanismi saranno adottati anche senza il loro voto”. Decisioni che a quel punto sarebbero adottate a 25: “sarebbe una ferita dolorosa ma non potremo fermarci, la ripresa la vogliamo fare con la democrazia e con i nostri valori”.
Sul capitolo dell’agenda del Parlamento, il presidente rivendica con orgoglio, l’istituzione europea che risponde “sempre prima degli altri”, soprattutto ai governi di fronte alle crisi. “Siamo sempre pronti e lo saremo anche nel caso di un accordo con il Regno Unito anche se ormai vedo molto difficile. Ma se dovesse arrivare siamo pronti anche a una seduta plenaria straordinaria sotto Natale”.
Alle feste di fine anno in piena crisi pandemica David Sassoli dedica poi le ultime riflessioni, rammaricandosi per dibattiti dove “prevale molto cinismo”. “Con dispiacere vedo che grandi Paesi discutono sul cenone di Natale e questa diventa quasi una bestemmia davanti ai tanti morti e tanta sofferenza. Su questo dovremmo ragionare – conclude – per dare un senso ai martiri civili di questa battaglia. Il Natale che ci fa riflettere è bello”.