Bruxelles – Più risorse, più flessibilità e dunque più rischi di frodi. Con un Bilancio comunitario pluriennale da 1.074 miliardi di euro per sette anni a cui si legheranno in maniera inedita anche le risorse del Next Generation EU (750 miliardi), è ancora più urgente che la Procura europea (EPPO) entri ufficialmente in attività dal primo marzo 2021 per monitorare che non ci siano reati finanziari. Lo sottolinea il commissario europeo alla Giustizia, Didier Reynders, al termine di un vertice informale in cui i ministri europei della Giustizia hanno fatto un punto sugli ultimi sviluppi riguardanti l’istituzione della Procura europea (EPPO).
“A partire dal prossimo anno avremo la possibilità di spendere molto di più nel quadro del Bilancio a lungo termine, ma proprio per questo sarà molto importante avere l’EPPO già in funzione e in attività”, ha spiegato Reyenders. La Procura europea è l’organismo indipendente che dovrebbe indagare e perseguire i reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione, come le frodi relative al Bilancio, la corruzione e le frodi IVA transfrontaliere che superano i 10 milioni di euro o i tentativi di riciclaggio di denaro. Per questo il commissario belga ha incalzato tutti gli “Stati membri ad accelerare il processo di nomina dei procuratori delegati in modo da iniziare da marzo 2021 con le attività operative”.
“Progressi sono stati fatti e sono in corso”, riconosce Reynders. Lo scorso 28 settembre presso la Corte di giustizia dell’Unione europea si è intanto insediata la procuratrice capo, la romena Laura Kövesi, e i 22 procuratori nazionali, uno per ciascuno Stato membro che ha aderito alla cooperazione rafforzata dell’EPPO (mancano all’appello Ungheria, Polonia, Svezia, Danimarca e Irlanda). Il Collegio della Procura sarà affiancato anche da tre procuratori delegati per ciascuno Stato membro, e su questo sembra che le nomine non siano ancora complete. Intanto, a partire dal 15 gennaio Reynders ha fatto sapere che dovrebbero partire i lavori “per testare” il funzionamento della Procura, in vista di marzo.
Sul tavolo dei ministri dell’UE anche la lotta al terrorismo in Ue, in vista della nuova agenda della Commissione europea per l’antiterrorismo che dovrebbe essere presentata la prossima settimana. Si sono concentrati in particolare sul contrasto all’odio online e su “come incitano i terroristi alla violenza” attraverso le piattaforme online, ha riferito Reynders. I ministri si sono trovati uniti nell’impegno “contro il terrorismo, e di difendere quella libertà su cui si fonda l’Europa”, ha aggiunto Christine Lambrecht, Ministro federale tedesco della giustizia e della tutela dei consumatori che ha presieduto il vertice. Il contrasto all’incitamento all’odio online e al terrorismo devono passare anche attraverso un “miglioramento della cooperazione digitale”, hanno concordato i ministri, per “garantire giustizia efficace tramite canali digitali”. Intervenire contro l’odio in rete sarà anche al centro della strategia Digital Service Act che l’Esecutivo europeo presenterà la prossima settimana. “Difendere i cittadini dall’odio e violenza in rete rientra nella protezione della nostra democrazia”, ha concluso.