La mia compagna è architetto, e per quanto possa sembrare strano agli italiani atterrati da poco sulla pista del waffle, lavora in uno studio di architettura.
Lei e il suo capo progetto stanno seguendo il cantiere di ampliamento dell’ospedale Chirec di Braine l’Alleud da quasi due anni.
Quindi lavorano in studio tutta la settimana a controllare tavole, tranne il martedì che vanno in cantiere, ci vanno proprio fisicamente.
Dopo quasi due anni che la mia compagna mi diceva Quand’è che andiamo a Braine l’Alleud che ti faccio vedere il cantiere? un mese fa, avendo io esaurito tutte le scuse possibili immaginabili e avendone anche già riciclate alcune un paio di volte, cosa che cominciava a risultare sospetta, un mese fa ho ceduto e una domenica abbiamo preso il treno per Braine l’Alleud.
Siamo andati verso l’ospedale, arrivati lì sotto ho selezionato la lingua della mia compagna ed è cominciata la visita guidata, che è cominciata così.
Vedi quegli infissi? Quegli infissi sono particolarissimi, carissimi, i migliori al mondo perché l’isolamento acustico, l’isolamento termico, la rifrazione dei raggi del sole, il doppio vetro, il triplo vetro, la fibra di piombo, la maniglia a gancio, l’antirimbombo, l’antiriflesso, l’antimuffa, la smerigliatura, la rifinitura, la guarnizione, il gradiente di pressione dell’antivento, la resistenza al freddo, la trasparenza, l’opacità, capisci anche tu, è un ospedale.
Certo, capisco anche io, le ho detto.
E così è andata avanti per due ore la mia visita guidata al cantiere di ampliamento dell’ospedale Chirec di Braine l’Alleud.
Che l’ospedale è grande, l’edificio più vecchio è degli anni ’70, poi c’è un’estensione del 2007, il nuovo pronto soccorso del 2013, e adesso il cantiere di tutta la nuova parte in costruzione.
Ed eravamo a domenica.
Il martedì la mia compagna va in cantiere col suo capo progetto, e alle 9,27 ricevo ricevo un sms che fa così:
Dei vandali sono entrati in cantiere dentro l’edificio, hanno fatto scritte sui muri con delle bombolette, hanno rotto i vetri delle finestre del piano terra, hanno dato fuoco ai serramenti in legno alle pareti e ai tubi in plastica che uscivano da pareti e pavimenti.
Cazzo gli infissi! La prima cosa che ho pensato.
La seconda le ho chiesto se poteva essere qualcosa che avesse a che fare con l’assicurazione, o con gelosie tra ditte di costruzione, o qualche gioco di potere.
Pare di no. Vandalismo puro e semplice.
Allora mi sono ricordato di quando da ragazzino qualche scritta con la bomboletta l’ho fatta pure io (Jimi Hendrix, avevo scritto su una cabina elettrica), qualche divieto di sosta me lo sono sbullonato e portato a casa, una volta ho tirato un fumogeno in un garage, e sono andato a scolarmi una bottiglia di vodka alla pesca entrando nel cantiere di una casa in costruzione in montagna.
E vabbé, so’ ragazzi, come si dice.
Ma un ospedale, come fai ad essere così profondamente testa di cazzo da dare fuoco ad un ospedale?
No dai seriamente, questa volta non chiedo neppure scusa all’editore per il turpiloquio, che proprio mi viene da dentro.
Sarai o non sarai testa di cazzo, per dare fuoco a un ospedale?
Ru Catania