Il governo di Matteo Renzi taglia gli stipendi nei nuovi manager pubblici. A giudicare da un confronto tra i salari degli attuali manager e quelli dei colleghi del resto del Mondo in Italia qualche problema, in effetti c’è. Gli interessati hanno comprensibilmente mille ragioni per spiegare che ci sono delle specificità per le quali è giusto (o almeno giustificabile) che sia così, ma quando si scopre che un manager pubblico prima fascia italiano guadagna due volte e mezzo un suo collega degli Stati Uniti, il doppio di uno britannico, quasi il triplo di uno francese o tedesco e cinque volte più di uno spagnolo qualche domanda uno se la pone.
Prendendo i dati pubblicati dall’Ocse nel 2011 si scopre poi che si sta parlando proprio di una casta, perché scendendo nella qualifica, cioè passando dalla prima alla quarta fascia gli stipendi italiani restano sempre al si sopra della media, ma la differenza è spaventosa: il 500% per cento. Non parliamo di un direttore generale e di un neoassunto con diploma di terza media, ma di un direttore generale e di un neo dirigente, cioè di qualcuno che ha alte qualifiche culturali e una robusta esperienza lavorativa alle spalle.
Una sperequazione che resta, ovviamente, anche confrontando lo stipendio dei dirigenti di prima fascia con quella media dei lavoratori con “istruzione elevata”: 690 %. Qui però, siamo battuti dalla piccola Nuova Zelanda, che fa un rapporto decisamente più alto, il 7,8, ma dopo di noi il primo è l’Australia, ferma al 480% e il primo paese europeo è la Gran Bretagna, con il 4,2 e la media Ocse è di 3,4.
Lor
(I grafici sono stati elaborati da Carlo Romagnoli)