Roma – Sette anni senza un vertice, non deve più succedere. Spagna e Italia fanno mea culpa per il tempo eccessivo (dal 2014) passato senza un confronto intergovernativo, recuperato solo questi ultimi mesi e saldato da un rapporto tra Pedro Sànchez e Giuseppe Conte che non è mai formale ma di fiducia e amicizia. A descriverlo così sono i due premier che insieme alle squadre di ministri si sono incontrati oggi a Palma di Mallorca al diciannovesimo vertice intergovernativo italo-spagnolo.
La sfida della crisi da Coronavirus, la trincea della sanità, le vittime, la speranza dei vaccini. Il vertice ruota intorno al tema che sta investendo l’Europa e le sue istituzioni ma sono numerosi i dossier e memorandum firmati tra i ministri omologhi che sanciscono una sempre più stretta collaborazione tra i due Paesi.
“Una complicità strategica a tutti i livelli, l’Europa ha un nuovo motore”, dice cedendo all’enfasi il premier Conte, che vuole sottolineare come l’approccio comune dei due Paesi abbia fin qui portato a risultati importanti anche in Europa. L’amico Pedro conferma che “Conte ha dato un contributo determinante per raggiungere un accordo storico come quello del Next generation EU”, spiegando che non era facile fa dire di sì a Paesi che “prima si guardavano con ostilità”. Ora però c’è l’ostacolo del veto e Sànchez guarda al Consiglio di dicembre con fiducia: “Credo e spero che Ungheria e Polonia siano consapevoli che è necessario dare una risposta forte alla crisi. Abbiamo detto sì in 27 e dobbiamo andare avanti tutti insieme”. La cooperazione rafforzata a 25 non è (almeno per ora) il piano B anche perché sia l’Italia sia la Spagna, vogliono che il Next generation EU parta senza ritardi.
Il “nuovo motore” spinge sui sentieri comuni della gestione delle frontiere e delle decisioni da prendere per il Natale che per molti Paesi rappresenta una sorta di boa di riferimento nella lotta al contagio. Coordinamento essenziale “stiamo lavorando in questa direzione” dice Giuseppe Conte, “per la stagione sciistica ma in generale per tutto ciò che riguarda viaggi e spostamenti. C’è una preoccupazione condivisa ma non credo che si potranno prendere decisioni che invadono le prerogative nazionali”. In pratica ognuno deciderà cosa e meglio fare ma “per chi va all’estero non si può pensare di tornare senza controlli” anticovid.
L’immigrazione è l’altro tema caldo del vertice ospitato nelle isole Baleari, luogo simbolo al centro del Mediterraneo. Come Italia e Spagna “abbiamo la comune sensibilità dei Paesi di primo approdo ma abbiamo presenti anche i movimenti secondari” ha spiegato Conte. Così “Non risolveremo mai nulla se si affronta il problema con i singoli aspetti”. Nuovo ‘asilo’, redistribuzione e lotta al traffico di esseri umani, ‘rimpatri europei’.
Così Italia e Spagna chiederanno al prossimo appuntamento a Bruxelles una visione più completa e organica nell’affrontare il tema dell’immigrazione. “Coniugare la solidarietà in maniera diversa da come è stata finora proposta” chiede il premier spagnolo, “alcuni Stati vedono il problema solo da una prospettiva, quella delle frontiere”. Non sarà facile “cambiare Dublino” ha concluso Conte ma “i nostri due Paesi, quando abbiamo una visione comune, sono forti e determinati”.