Bruxelles – Diego Armando Maradona non c’è più. La notizia che gli appassionati di calcio non avrebbero mai voluto leggere, e certamente non così presto, è stata battuta per prima dal quotidiano argentino Clarin per poi diventare di dominio mondiale. Sessanta anni compiuti da poco, spenti da un attacco cardiaco.
Campione del mondo con la nazionale albi-celeste nel 1986, nell’edizione che lo vide protagonista assoluto contro l’Inghilterra, a cui rifilò i due gol passati alla storia. Il primo, quello realizzato dalla famosa “mano di Dio”, il secondo, quello che lo vide smarcare come birilli tutti i giocatori della nazionale avversaria. Proprio questo gesto viene scelto da David Sassoli (S&D) per ricordare il campione argentino. Il presidente del Parlamento europeo posta quel gol sulla sua pagina Facebook per rendere omaggio all’uomo simbolo di uno sport.
“La notizia della morte di Diego Armando Maradona, che giunge improvvisa e inaspettata, è la morte di un talento calcistico immenso, probabilmente inarrivabile”, scrive Sassoli. “Lo ricordiamo con il breve video di quello che viene da molti considerato ‘il gol del secolo’. Grazie per la gioia che ha saputo donare a centinaia di milioni di tifosi e di sportivi in tutto il mondo”.
Tra questi i napoletani. Maradona ha fatto grande la squadra campana, portandola laddove non era stata mai prima del suo arrivo in città, sul tetto del mondo calcistico. Due scudetti, e poi la coppa Uefa, che ha portato Napoli al centro del calcio europeo. C’è una parte d’Italia in lutto come nessun’altra.
Lo dimostra Isabella Adinolfi, cuore azzurro Napoli all’interno della delegazione del Movimento 5 Stelle in Parlamento europeo. Affida a Facebook un aneddoto tutto suo. “Avevo 10 anni e a casa si mangiava solo pasta Buitoni, allora sponsor della squadra, perché raccoglievo i punti per avere in regalo la maglia numero 10, la maglia di Maradona”.
Poi si esprime con tutta la delegazione pentastellata a Bruxelles. “Oggi è un giorno triste per lo sport e per l’Italia”, il commento a firma 5 Stelle. “Diego Armando Maradona è stato il più grande campione di sempre e alle sue prodezze si sono ispirati milioni di atleti e di tifosi. Il suo estro indiscutibile, la sua personalità unica, il suo amore verso il nostro Paese sono e resteranno per sempre nell’immaginario collettivo italiano. Grazie Diego, grazie per averci fatto sognare”.
Sandro Gozi (Renew Europe), invece, ricorda l’altro gol dei due consegnati alla storia. Quello che a un primo colpo d’occhio sembrava realizzato di testa ma a che a rivederlo bene mostrava altro, anche l’intelligenza e la spontaneità del personaggio.
Sei andato a prenderti la carezza della mano de dios… Addio al più grande di tutti. #Maradona
— Sandro Gozi (@sandrogozi) November 25, 2020
Anche Antonio Tajani (PPE) saluta la leggenda ‘mundial’. Lo fa con un tweet in spagnolo, semplice, sobrio, in cui ricorda, semmai ce ne fosse bisogno, la caratura e la dimensione dell’uomo. “Sei stato il più grande della storia del calcio. Riposa in pace”.
#DiegoArmandoMaradona Fuiste el más grande de la historia del fútbol. Descansa en paz Pelusa. pic.twitter.com/jdmeztbZvT
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) November 25, 2020
Non solo gol. Maradona ha incantato curiosi e appassionati con le sue giocate, le sue sgroppate, i suoi passaggi illuminanti. In Sudamerica era diventato portavoce dell’emancipazione degli Stati dell’America Latina. Amico di Fidel Castro, Hugo Chavez ed Evo Morales, Maradona si è speso per un’America del Sud libera dal giogo statunitense e per politiche a sostegno della popolazione. Per questo era così amato. Per questo tutti lo piangono.
Maradona aveva subito da poco un intervento al cervello, e sarebbe dovuto andare a Cuba per la riabilitazione. Si è sentito male nella sua casa nel quartiere San Andrés di Buenos Aires, dove stava trascorrendo il post-intervento.