Bruxelles – Istruzione e occupazione saranno il faro della Commissione Europea per permettere che tutti i 34 milioni di migranti, persone nate fuori dall’UE, si possano sentire parte di una società accogliente, “di un comune European way of life”, come l’ha definito il vicepresidente per la Promozione dello stile di vita europeo, Margaritis Schinas, al termine della riunione del collegio dei commissari di oggi (martedì 24 novembre). Con la presentazione del Piano per l’integrazione e l’inclusione 2021-2027, sono state delineate le direttrici per facilitare l’integrazione sul territorio comunitario: occupazione, istruzione, sanità e alloggi, mobilitando finanziamenti UE e creando partenariati con migranti, comunità di accoglienza, parti economiche e sociali e settore privato. “L’integrazione si realizza a livello locale, ma noi possiamo sostenerla grazie ai nuovi strumenti che abbiamo a disposizione”, ha proseguito Schinas.
“34 milioni di migranti sono l’8 per cento della popolazione dell’Unione”, ha commentato la commissaria europea per gli Affari interni, Ylva Johansson. “Questo significa che fanno già parte della nostra società, non esiste un ‘noi’ e un ‘loro’, ma sono tanti uomini e donne con origini e competenze diverse”. Se il piano d’azione della Commissione promuove l’inclusione per tutti, la commissaria ha voluto fare un ragionamento anche in ottica di genere, alla vigilia della presentazione del Piano d’azione UE sull’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne nelle relazioni esterne: “Dobbiamo dedicare un’attenzione speciale alle donne migranti, che hanno un tasso di occupazione minore agli uomini e quando trovano un lavoro sono quasi sempre sovra-qualificate per quell’occupazione”.
Il Piano della Commissione
Riconoscendo l’importante contributo offerto dai migranti all’UE, il Piano per l’inclusione si fonda sul principio secondo cui un’integrazione inclusiva richiede impegno sia da parte della comunità che ospita, sia della persona che deve integrarsi. “Bisogna essere in due per ballare”, ha riassunto il concetto la commissaria Johansson. “Tutti hanno diritti e doveri, ma l’inclusione arriva più velocemente se ci si sente parte della società in cui si vive”. Di qui l’elaborazione delle 60 azioni divise in quattro punti-chiave su cui far partire una strategia di lungo periodo, che coinvolga i governi nazionali nell’attuazione di politiche sociali e la stessa Unione Europea nel sostenerli con finanziamenti e partenariati.
Prima di ogni cosa c’è la formazione, dalla prima infanzia all’istruzione superiore. “Presenteremo una serie di strumenti dedicati a questo proposito”, ha anticipato Johansson. “Dovremo prestare particolare attenzione alla facilitazione del riconoscimento delle qualifiche e all’apprendimento linguistico”. Ancora più incisivo sulla questione è stato il vicepresidente Schinas, che ha spiegato come l’istruzione possa essere uno strumento non solo per “prevenire la radicalizzazione dei giovani più emarginati e vulnerabili”, ma anche per “contrastare i discorsi del ‘noi contro loro’ e la xenofobia“. Specificando che “non c’è automatismo tra migrazione ed estremismo”, Schinas ha voluto comunque ribadire che “vanno colmate le lacune in cui si possono inserire le organizzazioni estremiste”. Sul fronte dell’occupazione, la Commissione ha riconosciuto la necessità di “offrire maggiori opportunità di impiego”, ha insistito Johansson, “per valorizzare il contributo delle comunità e fare in modo che siano aiutate a esprimere al massimo il loro potenziale”. In questo senso la Commissione “collaborerà con le parti sociali ed economiche e con i datori di lavoro per promuovere l’integrazione sul mercato occupazionale”, sostenendo l’imprenditorialità e agevolando il riconoscimento delle competenze dei migranti.
Terzo punto, la promozione dell’accesso ai servizi sanitari, anche per la salute mentale: “Oltre ai finanziamenti, dobbiamo garantire che i migranti siano informati sui loro diritti”, perché “molto spesso non riescono ad accedere per paura del proprio status o per difficoltà linguistiche”. E infine, grazie al finanziamento attraverso tre fondi (Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo sociale europeo Plus, Fondo Asilo e migrazione) e il programma InvestEU, la Commissione sosterrà l’accesso ad alloggi adeguati a prezzi accessibili, stimolando piattaforme per lo scambio di esperienze a livello locale e regionale sulla lotta contro la discriminazione nel mercato degli alloggi e la segregazione. “Ognuno ha un ruolo da svolgere per rendere coese e prospere le nostre società”, ha concluso il suo intervento la commissaria Johansson.