Bruxelles – Troppo frammentata e con investimenti alla cooperazione molto al di
sotto dei parametri collettivi concordati. L’Unione europea è ancora lontana dall’essere una potenza militare autonoma, pur essendo sempre più alla ricerca della sua autonomia strategica, anche in materia di difesa. Questo il quadro dello status della difesa europea che viene tratteggiato dal rapporto CARD, la prima revisione annuale sulla difesa a livello europeo presentata oggi in seno al Consiglio della Difesa.
Il documento realizzato dal Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) e lo Stato maggiore dell’UE (EUMS) negli ultimi 12 mesi presenta una serie di opportunità per i paesi di sviluppare insieme una capacità più consolidata in materia di difesa. Ma soprattutto dipinge un quadro di debolezza della difesa in Europa, già noto in parte, caratterizzato da alti livelli di frammentazione – determinata da diversità dei tipi di strumenti militari utilizzati e anche livelli diversi di modernizzazione -, mancanza di coerenza e bassi investimenti nella cooperazione. Necessari “sforzi continui per un lungo periodo di spesa, pianificazione e cooperazione per la difesa” per superare “la costosa frammentazione”, si legge nel rapporto, e creare maggiore interoperabilità a livello militare.
“Il nostro settore della difesa è ancora troppo frammentato e necessita di maggiore convergenza”, ha riferito Josep Borrell, alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza che oggi ha presieduto la riunione dei Ventisette. Intensificare gli sforzi per una migliore capacità di difesa, servirà anche a “rendere l’Europa più forte e più autonoma”, aggiunge. Dopo quattro anni di ostilità verso la NATO da parte del presidente uscente degli Stati Uniti, Donald Trump, l’UE è sempre più alla ricerca di una propria autonomia per essere meno dipendente dagli USA anche per risolvere le crisi nel suo vicinato. “Il concetto di autonomia strategica nasce nell’ambito della difesa, ma non riguarda solo quello”, ha cercato di precisare Borrell in conferenza stampa. Si tratta piuttosto di riuscire consolidare una “nostra capacità di agire nelle crisi in maniera autonoma e indipendente”, ad esempio dal punto di vista delle scorte di prodotti farmaceutici.
Nel quadro del Consiglio difesa di oggi, sono state approvate anche delle conclusioni sulla revisione strategica della cooperazione strutturata permanente (PESCO) che valuta i progressi compiuti e fornisce orientamenti per i prossimi anni (2021-2025) sugli obiettivi politici, gli incentivi e i progetti. Le conclusioni sottolineano “la necessità di rispettare gli impegni più vincolanti e di raggiungere “risultati concreti e tangibili entro il 2025” che si dovrebbero concretizzare in un pacchetto di forze per aumentare la capacità militare dell’Ue.