Bruxelles – Più competenze all’Ue per affrontare le crisi e superare l’impatto della pandemia da Coronavirus. A chiederlo è il 78 per cento dei cittadini italiani, oltre la media europea del 66 per cento. Sono alcuni dei risultati del terzo e ultimo sondaggio commissionato e pubblicato dal Parlamento europeo sull’Unione e la crisi da Covid-19.
Proprio la crisi sanitaria ha messo in luce i limiti di un’Unione priva di molte competenze in materia di sanità che in questo caso avrebbero reso più facile una risposta europea più coordinata. Cresce in Europa il senso di “incertezza” determinato dalla crisi, che rimane il sentimento più menzionato dal 50 per cento di intervistati, seguito dalla “speranza” (37 per cento). Nonostante, nel complesso, il sentimento nei confronti dell’UE sia migliorato rispetto al primo sondaggio realizzato durante la scorsa primavera, passando dal 32 per cento di aprile al 41 per cento di oggi la maggioranza degli intervistati (57 per cento) rimane insoddisfatta per via della scarsa solidarietà dimostrata tra gli Stati membri.
Per tanti europei (54 per cento) la salute pubblica dovrà slittare in cima alle priorità dell’Unione per i prossimi sette anni, diventando massima priorità di spesa per 18 Paesi. Seguono le priorità della ripresa economica e nuove opportunità per le imprese (42 per cento), passando per la lotta ai cambiamenti climatici (37 per cento) e dall’occupazione. Più competenze, quindi, ma anche più risorse nel Bilancio comunitario a lungo termine (2021-2027) per finanziare tutte queste ambizioni. La maggioranza degli europei intervistati (54 per cento) pensa che l’UE dovrebbe avere strumenti finanziari più forti per fronteggiare le conseguenze della crisi e l‘Italia è ancora una volta oltre la media europea con il 64 per cento degli intervistati che chiede una maggiore capacità finanziaria.
L’ultimo sondaggio ha confermato inoltre che la maggioranza degli europei (il 77 per cento) è favorevole alla condizionalità tra i fondi dell’Ue e il rispetto dello stato di diritto e dei principi democratici da parte degli Stati membri, tema particolarmente attuale nel quadro dei negoziati sul pacchetto anti-crisi approvato a luglio dal Consiglio europeo. L’Italia è oltre la media europea con l’81 per cento, mentre sono sorprendentemente in basso nella classifica Repubblica Ceca (59 per cento), Belgio, Danimarca e Lituania (70 per cento).