Roma – Non siamo in ritardo, “entro la fine di novembre avremo un ulteriore passaggio e invieremo una bozza dettagliata al Parlamento”. Il governo, prima con il premier Giuseppe Conte e poi con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri smentiscono le voci che arriverebbero dall’UE sul Piano di rilancio italiano del pacchetto Next generation Eu, al palo. “Notizie di stampa che non corrispondono al vero” dice il ministro, “inventate di sana pianta” rincara Conte che confermano “il dialogo stretto e costante con la Commissione”. Un lavoro complesso, spiega Gualtieri “perché il piano dell’Italia dispone di risorse particolarmente rilevanti e noi vogliamo arrivare non solo a una indicazione generica di risorse su alcune priorità ma a un piano che sia organico, ampio e dettagliato”.
Dalla squadra di Palazzo Chigi con il coordinamento del ministro Enzo Amendola assicurano che si sta procedendo come se i ritardi all’orizzonte causati dai veti ungherese e polacco, non ci fossero. Previsioni inserite anche nella legge di bilancio 2021 e nel triennale, con uno stanziamento di 120 miliardi di euro, 34 nel prossimo anno. In pratica, il governo ha deciso di avviare anticipatamente le poste che arriveranno dall’UE nel corso dell’anno. “Confidiamo che il negoziato si concluda e ci sia un avvio del piano nei tempi previsti con le prime erogazioni non all’inizio ma nel corso del primo semestre” ha detto il ministro dell’Economia davanti alle Commissioni Finanze e politiche europee, contando dunque su un calendario invariato. “Per questo abbiamo predisposto uno stanziamento in manovra, sotto forma di saldo netto da finanziare”. A beneficiare di questo fondo anticipato alcune misure che partiranno subito a gennaio, in particolare ‘Industria 4.0’ (il programma che offre alle imprese strumenti per l’innovazione, il digitale, la robotica) che è previsto sia finanziata con fondi UE.
A proposito dei ritardi sulla partenza del Recovery fund, Gualtieri si è detto “stupito dal senatore Andrea de Bertoldi di Fratelli d’Italia che sembra dare ragione a Ungheria e Polonia, mentre sarebbe bene che tutte le forze politiche italiane stessero dalla parte giusta dell’interesse europeo e dell’interesse nazionale”. L’esponente della destra ha replicato che “siamo per gli interessi del nostro Paese e vogliamo un’Europa che guardi a tutti i con il massimo rispetto”. Ma per il ministro in questo duro braccio di ferro non si può stare con gli uni e gli altri. “Se lei ritiene che questo regolamento invade e distrugge le Costituzioni degli Stati, cosa che è assolutamente falsa, poi è difficile che lei dica che contemporaneamente è al fianco dell’Italia che è vittima di questa posizione”.