Bruxelles – Democrazia, stato di diritto e diritti e valori fondamentali “sono a rischio” in tutta l’Unione Europea. Mentre Polonia e Ungheria si oppongono alla condizionalità legata ai fondi di bilancio comunitario a lungo termine, il Parlamento europeo torna a insistere sulle sistematiche carenze dell’Unione a tutela dei suoi principi fondanti e sulla necessità di istituire un meccanismo dell’UE in materia di democrazia, Stato di diritto e diritti fondamentali.
La commissione dell’Europarlamento per le Libertà civili (LIBE) ha approvato oggi (17 novembre) con 34 voti a favore, 23 contro e 3 astensioni una relazione sulla “Condizione dei diritti fondamentali in Ue” relativa al biennio 2018-2019 in cui si mettere in guardia contro una serie di rischi per i diritti fondamentali in tutta l’UE, invitando ancora la Commissione UE e gli Stati membri ad agire. Il fatto che gli strumenti attualmente a disposizione di Bruxelles per contrastare sistematiche violazioni dei diritti su cui l’Ue si fonda siano inefficaci (tra questi, procedure di infrazione e articolo 7, quindi sospensione del diritto di voto), contribuisce a indebolirne anche la credibilità sul fronte internazionale. Il testo in questione – ancora in fase embrionale ma di cui Eunews ha preso visione – approderà nella seduta plenaria della prossima settimana (23-26 novembre) per essere approvato dall’Aula.
Il documento condanna i tentativi di alcuni governi europei di indebolire la separazione dei poteri e l’indipendenza della magistratura, due degli elementi chiave che costituiscono il più ampio concetto di Rule of Law in Europa, ovvero lo stato di diritto sancito dall’articolo 2 del Trattato dell’Unione europea (TUE). Si sofferma soprattutto sull’impatto negativo della corruzione in settori come la libertà di espressione di giornalisti e informatori, strutture di detenzione, accesso ai diritti sociali e tratta di esseri umani. Focus ancora sugli attacchi alla libertà dei media, all’indipendenza e al pluralismo, e contro i media in generale.
Dopo il voto di oggi in LIBE, la relatrice per l’Eurocamera Clare Daly (GUE) ha ammesso che “trovare un terreno comune in commissione è stato difficile, ma fortunatamente” nel testo approvato “restano alcuni dei nostri messaggi chiave. Siamo particolarmente lieti per l’inclusione della sezione sui diritti economici e sociali”. Il documento infatti si occupa di valori e principi dell’Unione “a tutto tondo”, concentrandosi anche su altri aspetti di tipo economico e sociale. Per gli europarlamentari l‘austerità economica per fronteggiare la crisi ha colpito principalmente le persone appartenenti a gruppi svantaggiati, quindi chiedono politiche economiche “che tengano conto degli standard sociali per consentire il pieno godimento dei diritti sociali, politici ed economici”. Preoccupazioni riguardano in particolare la povertà infantile, la mancanza di alloggi a prezzi per i giovani e l’effetto delle questioni ambientali che devono essere affrontate attraverso una occupazione sostenibile.
Ancora, c’è poi una sezione dedicata alla violenza contro le donne e all’aumento dell’incitamento all’odio e di diverse forme di razzismo, “alimentato anche da alcuni rappresentanti del governo o leader politici” in Europa. Focus inoltre sulla questione migratoria, su cui i deputati si dicono preoccupati per i respingimenti dei rifugiati e in generale per la situazione umanitaria negli hotspot, chiedendo alle altre due istituzioni, Commissione e Consiglio, di fermare le pratiche che violano i diritti umani.