Bruxelles – Approccio comune di risposta alle emergenze sanitarie, più potere al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e all’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e rafforzamento della capacità di difesa dell’Unione Europea dalle minacce trans-frontaliere. Questo il piano della Commissione europea per una nuova Unione della Salute, con l’obiettivo di creare un sistema comune di reazione alle crisi. Se approvato dagli Stati, darà all’Ue, attraverso l’Ecdc, il potere di dichiarare un’emergenza sanitaria a livello europeo e quindi attivare meccanismi di risposta immediati alle crisi comuni. La Commissione e l’ECDC potranno inoltre fornire agli Stati raccomandazioni (che rimangono non vincolanti) sulle misure di risposta intraprese per fronteggiare una crisi.
La Commissione chiede più potere agli Stati per fronteggiare le emergenze sanitarie, dopo che la pandemia da Coronavirus ha evidenziato le carenze di un sistema che non attribuisce all’UE competenze specifiche in materia. Durante la riunione di oggi (11 novembre) il collegio dei commissari ha inoltre confermato il via libera all’accordo con la partnership farmaceutica Pfizer-BioNTech per l’acquisto anticipato di 300 milioni di dosi del promettente vaccino anti-Covid che stanno sviluppando, e che ormai ha raggiunto la fase tre della sperimentazione. Gli Stati Ue hanno tempo fino alla fine di novembre per presentare a Bruxelles i loro piani nazionali di vaccinazione, che saranno valutati dall’ECDC. Il vaccino, una volta sviluppato e acquistato dalla Commissione europea, sarà distribuito agli Stati in base alla loro popolazione.
La pandemia “che stiamo vivendo ci ha insegnato quanto è importante la salute per ciascuno di noi e che la situazione di uno Stato membro ricade anche sugli altri”, spiega la commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides, presentando la strategia come un “primo passo verso l’Unione europea della Salute. Frammentazione e approcci scoordinati degli Stati membri alle misure restrittive e sanitarie – evidenti nelle prime settimane di diffusione del Coronavirus in Europa – ci hanno reso “tutti più fragili”. “I cittadini europei ci hanno chiesto più Europa in campo della Salute”, sintetizza con una battuta.
Il piano della Commissione prevede un rafforzamento dell’ECDC, con sede a Stoccolma, che avrebbe più margine di manovra per raccogliere dati da parte degli Stati ed emettere raccomandazioni, in modo da fornire sostegno pratico agli Stati membri. Lo stesso anche l’agenzia EMA, con sede ad Amsterdam, che sarebbe rafforzata per affrontare la potenziale carenza di farmaci a livello comunitario.
Resta da vedere quanto gli Stati membri saranno disposti a cedere una parte della loro competenze in materia per consentire all’Ue un approccio più unitario. La materia sanitaria è praticamente tutta responsabilità della politica dei governi nazionali, che hanno chiesto durante la pandemia aiuto alla Commissione europea per gestire la crisi ma che sono in genere reticenti a concedere più poteri. Nel documento non si fanno riferimenti a mettere mano ai trattati dell’Unione per modificare l’attuale quadro normativo, e il piano stesso di rafforzamento dell’Ue in materia è pensato “nel pieno rispetto della competenza degli Stati membri nel settore della salute”, si specifica.
“La pandemia COVID-19 ci insegna che possiamo salvare più vite quando lavoriamo insieme. Per una risposta più forte alle crisi sanitarie ci serve un maggiore coordinamento, più cooperazione, con strumenti più efficienti”, ha affermato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
The pandemic taught us that we save more lives when we work together.
For a stronger EU response to health crises, we need more coordination, cooperation, robust structures & we need to embed solidarity in law.
This is the goal of our #HealthUnion
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) November 11, 2020
Prevista entro fine 2021 la proposta della Commissione per una Autorità per la risposta alle emergenze sanitarie (HERA), a sostegno di una migliore risposta a livello dell’UE alle minacce per la salute a carattere transfrontaliero.